Alla vigilia dello sciopero degli statali in programma domani, 29 febbraio, l’UDC lancia un’offensiva sull’Amministrazione cantonale. “Va resa più funzionale e meno costosa”, dice il presidente cantonale Piero Marchesi, intervistato da LaRegione. Come? “In parlamento, con una o più iniziative parlamentari. Ma anche con il lancio di una o più iniziative popolari, perché l’iter parlamentare impiega troppo tempo”.
Un esempio concreto per farlo, spiega Marchesi, “potrebbe essere quello che andrà in votazione nel Canton Soletta domenica, che lega il numero di dipendenti pubblici al rapporto col numero della popolazione”.
Ma assieme al discorso quantitativo, “ce ne dovrà essere uno qualitativo: cioè pagare in modo migliore e più dinamico i dipendenti pubblici. Il sistema attuale degli scatti automatici è un meccanismo preistorico e superato”.
L’obiettivo, afferma il presidente dell’UDC “è avere un giusto numero di dipendenti pubblici, lo studio commissionato all’Idehap di Losanna dimostra che ne abbiamo il 33% di troppo rispetto alla media degli altri Cantoni. Bisogna trovare un sistema che, in modo graduale e dunque senza licenziare nessuno, porti a una riduzione progressiva del numero di collaboratori a una quantità ragionevole”.
Negli ultimi sei o sette anni, spiega, “i dipendenti pubblici sono aumentati di oltre 750 unità, il costo per il personale è passato da 900 a oltre 1’160 milioni di franchi in 14 anni. Le imposte pagate dalle persone fisiche non sono più sufficienti per fare le paghe del personale”.
Sul fronte dei salari, invece, “vorremmo fare in modo che si possa rivedere il sistema di remunerazione, tenendo conto di aspetti meritocratici, quindi dando di più a chi merita. Sarebbe una risposta concreta ai giovani che entrano nell’Amministrazione con salari molto bassi, favorendo inoltre anche gli avanzamenti di carriera, oggi spesso frenati. Oppure incentivare chi è già in carriera a non “sedersi” perché ha la certezza di beneficiare ogni anno di un aumento automatico di salario”.
Per quanto riguarda le rivendicazioni al centro dello sciopero, in particolare il riconoscimento del carovita integrale, Marchesi afferma di comprendere le rimostranze di chi lavora nel pubblico, ma ricorda che nel pubblico le condizioni di lavoro sono nettamente migliori che nel privato: la media è attorno ai 100mila franchi di salario, nel privato non si superano i 70mila e la garanzia del posto fisso è nota: “Sono diversi i dipendenti pubblici che si sono recentemente lamentati con noi della situazione creatasi”.