BELLINZONA - "La giudice della Pretura Penale di Bellinzona, Orsetta Bernasconi Matti, ha prosciolto il nostro compagno Matteo Pronzini dalle accuse di ingiurie e, subordinatamente, calunnia e diffamazione". Con queste parole il Movimento per il socialismo annuncia la sentenza nei confronti del deputato e consigliere comunale di Bellinzona, che era difeso dall'avvocato Luca Allidi.
"Come ha sottolineato la giudice nella breve motivazione orale (in attesa della motivazione scritta e completa della sentenza), la frase incriminata, e per la quale Matteo è stato chiamato a processo, era da inserire nel contesto di un dibattito politico su un tema di grande e tragica attualità (le morti per Covid presso la casa anziani di Sementina) - si legge nella nota dell'MPS -.
La giudice ha sottolineato come l’intervento di Matteo – compresa la frase incriminata – era teso a denunciare dal punto di vista politico l’accanimento con il quale il Municipio di Bellinzona ha tentato di zittire due giovani giornaliste della RSI per due servizi giornalistici (trasmetti da Modem e da Falò) che ricostruivano le vicende delle morti alla casa anziani di Sementina.
Il Municipio, che ha sempre difeso l’operato della direzione della casa per anziani, riteneva che quei servizi non fossero oggettivi. La scintilla che aveva fatto scattare il dibattito in Consiglio Comunale (e in quel contesto anche la frase incriminata) era questa insistenza del Municipio che, malgrado due ricorsi che lo avevano visto soccombere, aveva deciso – pochi giorni prima – di continuare questa “guerra” contro le due giornaliste con un terzo ricorso, addirittura davanti al Tribunale Federale (che, come noto, ha ancora una volta dato torto al Municipio di Bellinzona)".
Fin qui la cronaca – giudiziaria – di questa vicenda, annota l'MPS. "Non si può tuttavia non aggiungere una riflessione politica. È evidente a tutti e tutte che la denuncia contro Matteo – malgrado il riferimento alla lesione dell’onore che essa avrebbe comportato – aveva un obiettivo squisitamente politico. Una sorta di tentativo di vendetta politica da parte del Municipio – e in particolare del suo conducator Mario Branda - contro l’MPS e la linea di opposizione politica da esso rappresentata. Un’opposizione, quella dell’MPS, tenace e determinata che, sulla vicenda delle morti per Covid alla casa per anziani di Sementina così come su molti altri dossier (pensiamo alle Officine) e sulla conduzione politica della città, condotta su un piano squisitamente politico. Incapaci di rispondere proprio su questo piano, Branda e i suoi hanno tentato questa miserabile operazione giudiziaria.
L’MPS esprime soddisfazione per questa sentenza. Con il nostro stile, con la nostra determinazione, dicendo sempre la verità senza giri di parole (e magari, lo riconosciamo, a volte andando anche un po’ lunghi) continueremo il nostro lavoro di opposizione anticapitalista a tutti i livelli, nelle piazze, sui luoghi di lavoro, nelle scuole e anche nei consessi istituzionali nei quali siamo presenti".