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Il Blog di Don Gianfranco
09.07.23 - 13:000

Il cardinale Zuppi in missione a Mosca dopo Kiev

Don Gianfranco Feliciani: "il cardinale Zuppi si sta impegnando perché il dramma dei bambini ucraini strappati alle loro famiglie e deportati in Russia venga risolto nella giustizia e nell’amore"

*Di Don Gianfranco Feliciani

In un passo della “Filosofia della storia” il celebre filosofo tedesco Georg Hegel (1770- 1831) definisce la storia umana come “un immenso mattatoio!”. Una visione più tragica e pessimista di questa non c’è: la storia dell’uomo come un immenso mattatoio, come se tale fosse sempre stata e tale è prevedibile debba essere. Perché l’uomo è fatto così: “homo homini lupus”.

La guerra pare ancora e sempre come inevitabile: solo la forza sembrerebbe capace di aprire la strada ai destini dell’umanità. Quanti buoni e pacifici cristiani, in fondo, la pensano così, dopo aver rispettosamente relegato Gesù e il suo Vangelo nello spazio astratto e irrilevante della poesia e dell’utopia. Insomma, la pace del mondo sarebbe
sostanzialmente un’utopia irraggiungibile.

Tuttavia, liquidato così per “amor di realismo” il Vangelo della pace, un futuro troppo inquietante si apre per l’uomo dell’èra atomica. Albert Einstein, con spietata e logica consequenzialità, ha affermato: “La scoperta dell’atomo ha rivoluzionato tutto, tranne il nostro modo di pensare; quindi l’umanità si sta incamminando verso una catastrofe senza precedenti”. Ed è paradossalmente a questo punto estremo di pericolosità che all’uomo contemporaneo, con particolare lucidità, è dato di comprendere tutta la ragionevolezza dell’utopia cristiana della pace.

Infatti, cos’è più ragionevole alla fine? Arrendersi fatalisticamente davanti alla prospettiva di una morte totale, o tentare di ispirarsi ad una concezione diversa da quella della lotta, della violenza e della guerra per far camminare il
mondo verso una giustizia vera e comune? A questa utopia evangelica della pace papa Francesco ci crede fermamente. Affrontando nei giorni scorsi la missione in Russia il cardinale Matteo Zuppi, ambasciatore del papa, ha imboccato una strada che fino a ieri sembrava assolutamente impraticabile. Francesco non si è stancato di bussare e finalmente uno spiraglio si è aperto. Anche se Zuppi nelle settimane scorse era stato a Kiev non era così scontato che Mosca accettasse la visita del cardinale.

Tra gli scopi della missione dell’inviato papale “incoraggiare gesti di umanità che possano contribuire a favorire una soluzione alla tragica situazione attuale per raggiungere una giusta pace”. E un gesto di umanità già si è realizzato: tanti soldati ucraini fatti prigionieri dai russi sono stati liberati proprio grazie all’intervento del Vaticano. Ora il cardinale Zuppi si sta impegnando perché il dramma dei bambini ucraini strappati alle loro famiglie e deportati in Russia venga risolto nella giustizia e nell’amore. La pace ha bisogno di speranza e di coraggio da parte di tutti noi!

*Arciprete di Chiasso

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