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28.02.22 - 08:300

Celio e le sanzioni: "Da Napoleone a Mussolini, si impongono da secoli e..."

"C'è sempre qualcuno che propone di adottare delle sanzioni a carico di chi è ritenuto "colpevole" anche se queste non hanno mai impensierito nessuno che ne era oggetto"

 di Franco Celio*

In riferimento al conflitto russo-ucraino che divampa nel Donbass, si parla ripetutamente di sanzioni. Ma che cosa sono esattamente le sanzioni? Si tratta, di misure che i nemici di una data potenza (in questo caso della Russia) adottano per colpire l'avversario, non direttamente sul piano militare, ma da altri punti di vista, segnatamente di tipo commerciale.

Non si tratta peraltro di un'idea "moderna". Per rinfrescarci un po' la nostra memoria storica, ricordiamo che già il "blocco continentale" deciso a suo tempo da Napoleone contro gli inglesi, era un'iiniziativa del medesimo genere. Altrettanto dicasi delle varie misure decise dagli Stati Uniti per provocare la caduta del regime castrista a Cuba.

Va da sé che non sempre le sanzioni raggiungono il loro scopo; non sempre cioè danneggiano la potenza contro cui cui sono rivolte. Proprio il caso di Cuba dimostra che Fidel Castro sia anzi riuscito a fare della rivalità con gli Stati Uniti un punto di forza per la propaganda del suo regime.

Analogamente, Mussolini ai tempi della guerra d'Etiopia aveva trasformato le "inique sanzioni" decretate dalla Società delle nazioni contro l'Italia in uno strumento di propaganda contro la "perfida Albione" (l'Inghilterra), "rea", a suo dire, di aver imposto questa misura alla Società delle Nazioni.

Sanzioni di vario tipo sono state prese in anni più o meno recenti dagli Stati Uniti anche contro il "regime degli ayatollah" in Iran, poi contro Saddam Hussein, e a suo tempo contro il potere segregazionista dei bianchi sudafricani.

Per farla breve, ogni volta che c'è una crisi internazionale, c'è sempre qualcuno che propone di adottare delle sanzioni a carico di chi è ritenuto "colpevole" anche se, come ricordato e come detto anche dal giornalista italiano Domenico Quirico, queste non hanno mai impensierito nessuno che ne era oggetto.

Speriamo che nel caso della Russia non sia così! Il "riconoscimento" (cioè, di fatto, l'incorporazione nel proprio territorio) delle due repubbliche "separatiste" di Doniezk
e di Lugansk, cioè la sottrazione di territori ad uno Stato sovrano (l'Ucraina) è un fatto oggettivamente grave, ingiustificabile in tutti i modi.

Speriamo dunque che la cosiddetta "comunità internazionale sappia trovare delle misure che non colpiscano genericamente il popolo russo, bensì i responsabili diretti di questa sporca vicenda.

 

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