di Brenno Martignoni Polti
Leslie Howard. All’anagrafe. Leslie Howard Steiner. Attore, cineasta e produttore. Tra i più rappresentativi. Nel 1939. Suo, per sempre, il ruolo di Ashley Wilkes. Conteso uomo del Sud. Dall’inquieta Rossella O'Hara (Vivien Leigh) e dalla mite Melania Hamilton (Olivia de Havilland). Nell’epopea romantica. Durante la guerra di Secessione. Il celeberrimo “Gone with the wind”, Via col vento, di Victor Fleming. Patrimonio universale della settima arte. Leslie Howard. Due volte candidato all'Oscar. Nato a Londra il 3 aprile 1893. Il papà, Ferdinand Steiner, ebreo ungherese immigrato. La mamma, Lilian Blumberg, londinese, di origini borghesi. I primi anni, a Vienna. Poi, di nuovo in Inghilterra. Leslie Howard cominciò molto presto ad interessarsi al teatro. Dopo succinta parentesi come bancario, trova Broadway e Hollywood. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, fa rientro in patria. Impegnato in trasmissioni radiofoniche della BBC e in film di propaganda. Nel 1942. “From the Four Corners”. Da lui scritto e interpretato. “Sesso gentile”. Sulle donne inglesi, al fronte. Regista e voce narrante. Nel 1943, a fine aprile, si trova nella penisola iberica per una serie di incontri pubblici. Sui suoi ultimi lavori e sulla sua visione di Amleto. Il primo giugno 1943, a Lisbona, prende il volo di ritorno. È il KLM/BOAC 777, operato con un Douglas DC-3 civile. Di linea. Sopra il Golfo di Biscaglia. Tra Spagna e Francia. A circa 800 chilometri a ovest di Bordeaux. Viene abbattuto da un gruppo di bimotori germanici. Bombardieri Junkers Ju 88 della Luftwaffe. Leslie Howard aveva cinquant’anni. Sulla tragedia, varie ipotesi. La più nota e diffusa. I nazisti credevano che a bordo vi fosse Winston Churchill. Forse, perché il manager di Howard assomigliava effettivamente al premier. Altre interpretazioni, suggeriscono che l’Intelligence, a conoscenza in anticipo di un possibile attacco, sacrificò comunque l'aereo, per non compromettere il buon esito di future intercettazioni. Temendo che i tedeschi scoprissero che i loro codici erano stati decifrati. In stretta applicazione della “regola del silenzio”. Nuove piste, dicono però che le conferenze di Leslie Howard, in realtà, altro non erano che missioni sotto copertura. Ulteriore tesi. Nel libro biografico del figlio, Ronald Howard. “In Search of My Father” del 1982. Sulla carriera e misteriosa scomparsa del genitore. Secondo il medesimo, fu una sorta di azione punitiva per le militanze anti-naziste. Tuttavia, ad oggi, nessuna conferma ufficiale. Il conflitto in corso, vanificò indagini e approfondimenti. Invero, l’indomani, uno Short S.25 Sunderland della RAAF. L’aeronautica militare australiana. Mandato a perlustrare il sito, fu attaccato, a sua volta. Nella pubblicazione-verità. “Soldaten. Combattere uccidere morire.” Di Sönke Neitzel, storico e Harald Welzer, psicologo. Testimonianze dirette danno riscontro dell’attentato nudo e crudo. Inaudito. Spietato addio. Senza senso. Alla star Leslie Howard. Essenza stessa di “britannicità”. Precisa. Elegante. Nel fiore della parabola artistica. Quando avrebbe veramente ancora avuto da dare. Parecchio. Di più.