di Brenno Martignoni Polti
Primo febbraio 1901. Cadiz. Ohio. USA. Nasce. William Clark Gable. “The King of Hollywood”. Carisma. Innata presenza. Orfano di madre, a soli dieci mesi. Il padre, protestante, si risposa. È la nuova moglie a prendersi cura del piccolo Clark. Dal vestire al comportarsi bene. Giovane operaio in una fabbrica di pneumatici, vuole diventare attore. Nel 1921 si unisce a una compagnia itinerante. Per mantenersi, farà di tutto. Dal boscaiolo al venditore di cravatte. In questa dura gavetta. Ecco, la prima donna. Di quattordici anni più grande. Josephine Dillon. Professionista teatrale. Vanno insieme ad Hollywood. Lì, il 13 dicembre 1924, le nozze. Lei, a insegnargli l'arte della recitazione. correggendo il suo portamento. Lo persuade a togliere il secondo nome William. Facendosi chiamare semplicemente Clark Gable. È Josephine a procurargli i primi ruoli marginali. Poi, il debutto a Broadway, nel 1928. L’incontro con Ria Langham. Diciassette anni più di lui. Facoltosa, pluridivorziata, inserita in un giro di alte relazioni sociali. Lo trasformerà in un raffinato uomo di mondo. Seconda signora Gable, il 30 marzo 1930. Intanto, era arrivato l’ingaggio dalla MGM. La major si fa carico della protesi dentaria per rendere perfetto il suo sorriso e dell'intervento di chirurgia plastica per ritoccare la forma delle sue orecchie. Nel 1934, “Accadde una notte” di Frank Capra. Gable è protagonista con Claudette Colbert. Nonostante nessuno dei due fosse entusiasta di questa produzione, valse ad entrambi l'unico Oscar della loro carriera. Nel 1935, un altro successo, “La tragedia del Bounty”. Nel 1939. “Via col vento” di Victor Fleming. La consacrazione internazionale. Nel ruolo di Rhett Butler. Già durante la lavorazione, ottiene il divorzio da Ria. Dietro milionario indennizzo. Può così unirsi all’attrice Carole Lombard. A Kigman, in Arizona. Si sposarono il 29 marzo 1939. Si conoscevano già da tre anni. Andarono ad abitare in un ranch a Encino. Una coppia perfetta. Ma, scoppiò la seconda guerra mondiale. La Lombard impegnata attivamente nella raccolta di fondi per l’esercito americano dopo Pearl Harbor nel 1942. Di ritorno da un viaggio promozionale a Fort Wayne, l'aereo si schiantò contro una montagna. Nessun superstite. Carole Lombard aveva 33 anni. Gable, straziato dal dolore, si arruola in aviazione. Onori e medaglie non cancelleranno il tormento per la perdita della moglie. Nel dopoguerra, la stella Gable brilla sempre meno. L'alcol lo offusca nel corpo e nello spirito. Pure la sua immagine non è più la stessa. Le pellicole, piuttosto mediocri. “Avventura”, 1945. “I trafficanti”, 1947. “Mogambo”, 1953. È crisi sia nel lavoro sia nel privato. Nel 1949, il matrimonio con Lady Sylvia Ashley. Un fallimento. Non divorziarono però fino al 1951. Quando conobbe e maritò la bella Kay Spreckels. Molto simile alla scomparsa Carole Lombard. Con lei ritrovò la felicità. E il pieno rilancio. “Gli spostati”, 1961. Scritto da Arthur Miller e diretto da John Huston. Nella parte di un attempato cowboy che si guadagnava da vivere catturando cavalli selvaggi. Gable vi si dedicò anima e corpo. Con tutte le sue forze. E oltre. Nonostante i set proibitivi e le scene d'azione parecchio impegnative, rifiutò le controfigure, sottoponendosi a durissimi sforzi. Al suo fianco, una straordinaria Marilyn Monroe. Anche lei, all’estrema apparizione. Sua moglie aspettava un bambino, che egli era certo essere maschio. Effettivamente nacque John Clark Gable. Ma, come padre, non riuscì a vederlo. Due giorni dopo aver terminato la pregnante fatica, venne stroncato da infarto. A 59 anni. Il 16 novembre 1960. La mecca del cinema aveva perso per sempre il suo Re. Clarke Gable. Riposa nel cimitero di Forest Lawn a Glendale, in California. Gli è accanto. Carole Lombard.