di Brenno Martignoni Polti
Fanno 114 anni. Dalla nascita. A Londra. Il primo marzo 1910. James David Graham Niven. In arte. David Niven. Morirà da noi. A Chateau-d'Oex. Il 29 luglio 1983. A 74 anni. Sclerosi laterale amiotrofica. SLA o morbo di Lou Gehrig. Dal nome del giocatore di baseball, che ne permise la classificazione. Gentleman, per eccellenza. In modi e comportamenti. Baffetti inconfondibili. Claudia Cardinale, che conobbe sui set, ne dà nobile descrizione. “Conservo il ricordo della classe, dell'eleganza (…) più che un attore, un gentiluomo, che ogni donna vorrebbe avere sempre accanto. Uno che ti apriva le porte, che aveva l'eleganza di camminare sempre un passo dietro di te, che ti porgeva il braccio alla minima difficoltà sulla strada.” A sua volta, David Niven, ricambia, a tutta simpatia. “Con gli spaghetti sei la più bella invenzione degli italiani”. Dopo lo “Stowe School House” di Buckingham e il “Royal Military College” di Sandhurst. Servì all'Highland Light Infantry di Malta. Nel 1932, sbarca a Hollywood. Piccole parti, ma sempre per film importanti. Nel 1935 firma con la MGM. Nel 1944, durante la Seconda guerra mondiale, è l’unico attore famoso inglese a ritornare in patria per arruolarsi e combattere. Tenente colonnello, con la Rifle Brigade. Gli valse l'Ordine di Merito statunitense. Massima decorazione a soldati non americani. A proprio agio nelle interpretazioni brillanti. In mezzo secolo, un centinaio di pellicole. Diversi programmi televisivi. Nei panni del maggiore Pollock in Separate tables (1958; Tavole separate) di Delbert Mann, nel 1959, vinse l'Oscar come migliore attore protagonista. Ian Fleming lo scelse come James Bond in Agente 007 - Licenza di uccidere (1962). Tuttavia, il produttore Albert R. Broccoli vi si oppose, ritenendolo fuori età. Pregnante nel ruolo di Sir Charles Lytton in The Pink Panther (1964; La Pantera rosa). Stesso personaggio poi ripreso in Trail of the Pink Panther (1982; La Pantera rosa ‒ Il mistero Clouseau). Entrambi diretti da Blake Edwards. Negli anni '70 ha dato alle stampe due autobiografie. “La luna è un pallone” e “Bring On the Empty Horses”. Nel 1980 ha pubblicato un romanzo d'avventura ambientato a Londra durante la Seconda guerra mondiale. “Va piano, torna presto”. Grande interprete anche in radio e televisione. CBS e NBC. Nel 1952, assieme a Charles Boyer, Ida Lupino e Dick Powell fonda la casa di produzione televisiva Four Star Playhouse. Numerose serie. Tra cui, “The Rogues", "A Man Called Intrepid". Nel 1951 è a Broadway per la rappresentazione di Nina. L’anno seguente per The Moon Is Blue, ripreso e interpretato nel cinema in La vergine sotto il tetto (1953). Incline al buon umore, per natura. Mentre girava Cime tempestose, nell'ultima scena, fu assalito da incontenibile attacco di risate. Tanto che il regista William Wyler dovette placare Laurence Olivier, che andò su tutte le furie. Facendo poi di necessità virtù, integrò i sogghigni nel sonoro, trasformandoli in singhiozzi di pianto. La vita non gli risparmia la tra tragica morte, nel 1946, della prima moglie. L’attrice Primula Rollo. Già ausiliaria dell'esercito. A soli 28 anni, vittima di una caduta accidentale. Due figli. Jamie e David jr., oggi produttore. Si risposa con l'indossatrice Hjordis Paulina Tersmeden (due figli adottati: Kristina e Fiona). Numerosi i flirt attribuitigli. Norma Shearer, Grace Kelly, Merle Oberon, Loretta Young, Hedy Lamarr, Deborah Kerr, Mae West, Ann Todd, Evelyn Keyes, Wendy Barrie, Simone Simon, Peggy Maley, Audrey Totter, Virginia Bruce. La ballerina Margot Fonteyn. Persino, la Principessa Margaret. Figlia minore di Re Giorgio VI d'Inghilterra. Sua, la battuta memorabile. "La sola risata che un uomo riesce a strappare agli altri è quella di spogliarsi e mostrare di non essere all'altezza". Sottile. Da fiore all’occhiello.