Cronaca
04.09.17 - 09:000
Aggiornamento: 21.01.22 - 14:40
"Il fango fin dentro casa, le strade bloccate, e quanto è difficile essere lontani dalla tua valle! Ma noi bregagliotti ce la faremo, lo so!"
La commossa testimonianza di una giovane donna che vive a Soglio. "Mia nonna abita a Spino, siamo riusciti a portarla via appena in tempo nella notte della terza colata. Turisti, vi capisco se non venite ma la Bregaglia non è solo Bondo. I soldi raccolti serviranno!"
SOGLIO – Il dramma della Bregaglia in una testimonianza fiume, sentita, accorata, commossa. La gente sta vivendo momenti difficili, come ci viene detto “ogni colata è più forte della precedente, e la forza non è neppure immaginabile”.
“Io abito a Soglio. Il fango è arrivato a Spino, siamo isolati perché l’unica possibilità è la strada vecchia che al momento è inaccessibile, nonostante il grande lavoro di chi sta sgomberando”, ci spiega una giovane ragazza “Se proprio c’è bisogno, ci sarebbe una strada che ci collega al confine, ma solo in casi eccezionali”.
Lo stato d’animo è facilmente descrivibile. “Ci sono tensione e preoccupazione, il pensiero è lì fisso e vorresti poter far qualcosa e aiutare, pur sapendo che non si può fare molto. Quando ci sono state le colate non ero presente ma al lavoro a Sankt Moritz, vedevo le foto e mi preoccupavo, ma dovevo comunque concentrarmi sul lavoro sapendo cosa stava succedendo. Non è facile continuare la giornata come se nulla fosse, il pensiero è fisso alla tua valle e alle persone che conosci, non è semplice. Essendo lontana, non puoi far niente, ti senti inutile, vorresti solo poter andare a casa, anche se una volta lì puoi solo guardare, ma in un certo senso riesci a sentirti più partecipe”.
La famiglia della nostra interlocutrice è stata colpita tramite la nonna, che vive a Spino e al momento della terza colata, nella notte tra giovedì e venerdì, si trovava in casa con un’amica. “Da Soglio vedi tutto, sentendo i rumori e vedendo che dal Cengalo scaricava ancora roba i miei genitori sono scesi a prenderle in fretta e furia, poco dopo hanno evacuato. Per fortuna quasi tutte le case hanno cantine o magazzini, le cose personali per ora sono tutte salve”.
Tornare e trovarsi faccia a faccia con quanto la natura riesce a distruggere non è evidente. “Io e la nonna siamo andate a casa sua, a svuotare almeno il congelatore perché non c’è corrente, e prendere i dati relativi alle assicurazioni. In tutto il paese c’era mezzo metro di materiale, di fango. Le porte delle case sono tutte spaccate, e il fango è entrato nelle abitazioni. Al piano terra a casa della nonna c’è la cantina, dunque non ci sono cose di valore o importanti che sono state sommerse, ma fa una certa impressione entrare in casa scavalcando il materiale e dovendoti abbassare perché tocchi il soffitto con la testa”.
Comunque, “nella sfortuna siamo stati ancora fortunati, ci sono case portate vie o sommerse fino al tetto, dove non recuperi più niente. Non riesco a immaginare come possano sentirsi i proprietari di quelle case, hanno perso tutto. C’è chi ha perso azienda, casa, galline, animali. Il pensiero è rivolto alle otto persone che non ce l’hanno fatta e sono morte, ma anche le perdite più piccole fanno male”.
E adesso? “Per gli abitanti di Bondo essere fuori casa è difficile da gestire. Tutto è molto incerto, non si sa cosa succederà alla prossima pioggia, quanto materiale scenderà, dove andrà a colpire questa volta, in fondo Spino non era in pericolo e invece… A Sottoponte sono state distrutte una casa e una stalla, il materiale ha una forza che non ci si può nemmeno immaginare”.
La Val Bregaglia è paralizzata, in spasmodica attesa di ciò che accadrà, e la gente, se non è costretta, non ci va. “È comprensibile che tutti i turisti stiano chiamando a disdire gli alberghi. Chi te lo fa fare di andare in vacanza e rimanere bloccato? Però da un lato vorrei dir loro di venire, che la Bregaglia non è solo Bondo, ha tanto da offrire, capisco che ci sono i disagi delle strade. Non è facile. Speriamo riescano a riaprire la strada, io dovrò trovare una soluzione per andare a lavorare a Sankt Moritz, o passando per la Valtellina o per lo Julier, un disagio che comunque è minimo rispetto a chi è fuori casa”.
Sono tante le persone che stanno donando qualcosa, tramite il conto corrente che è stato aperto o la Caritas. “C’è moltissima solidarietà sia in Svizzera che in Italia e anche all’estero. Fa piacere, vedi quante persone ci tengono e ti danno una mano. Sappiamo di non essere soli, per fortuna. Nel mio piccolo sto cercando di pubblicare su Facebook più possibile i dati dei conti, in molti condividono e spero dia una mano anche questo. Chiedo a tutti di fare un piccolo contributo, in qualche modo, al Comune, alla Caritas, tutto può aiutare.. Ogni colata è più forte della precedente, e i soldi serviranno”.
Ci saluta con una consapevolezza, la voce velata di commozione. “Noi bregagliotti siamo forti, se stiamo uniti e teniamo duro ce la faremo, questo lo so! E ringraziamo tutti coloro che lavorano giorno e notte, i volontari, Zivildienst, proprio tutti”.
Le coordinate per donare:
Banca Cantonale Grigione
Casella Postale 36
7606 Promontogno
Numero di conto corrente: 10 057.718.112
IBAN: CH33 0077 4010 0577 1811 2
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