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Cronaca
06.09.17 - 09:000
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17

La Polizia, "ecco i motivi del blitz al Choco Late. Il ragazzo 'nudo e genuflesso'? I metodi della perquisizione verranno valutati nelle sedi opportune"

"Troppe persone in un locale causerebbero non poche difficoltà a uscire in caso di incendio", spiegano dalla Cantonale. E i controlli personali? "Visto che le persone dovevano uscire ad una ad una, abbiamo approfittato per verificare eventuali infrazioni alla legge sugli stupefacenti"

LUGANO - Il controllo di Polizia, con un massiccio impiego di agenti e la durata di tre ore, avvenuto al locale Choco Late di Lugano ha fatto molto parlare. C'è chi si lamenta della cosiddetta repressione, chi invece approva che i posti dove ci si va a divertie vengano tenuti d'occhio.

Ma al di là delle opinioni in generale, le domande sono tante. Come mai proprio quel locale? Era un'azione mirata, nata magari da qualche sospetto o da qualche soffiata (al Choco Late c'erano 270 persone anziché le 200 consentite, e sono stati trovati tre minorenni oltre a sei persone in possesso di droga)?

Abbiamo contattato la Polizia Cantonale, il cui servizio stampa, abbottonatissimo, ci ha fornito qualche spiegazione. 

"Il controllo effettuato aveva in particolare quale obiettivo il verificare il rispetto da parte del locale delle normative della Legge sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione (Lear). In quest’ambito si è posto l’accento sulla verifica del numero di avventori presenti all’interno della struttura, 70 in più rispetto ai 200 consentiti dall'attestazione d'idoneità dei locali rilasciata dal Municipio, che tiene in particolare considerazione le normative in ambito di Polizia del fuoco", ci hanno detto. "Questo tipo di verifica viene fatta a tutela dei clienti, che in caso di incendio avrebbero avuto non poche difficoltà ad uscire dalla discoteca per tempo".

Alcuni avventori hanno parlato di controllo a casaccio sulle persone, costrette per tre ore nel locale.  "Ovviamente per poter effettuare un controllo di questo tipo i clienti devono essere fatti uscire ad uno ad uno dall’entrata principale. Si è quindi colto l’occasione per effettuare ulteriori verifiche per quanto riguarda la Legge federale sugli stupefacenti (con 6 persone trattate). Inoltre, sempre per pertinenza Lear, si è verificata l’età dei clienti (tre minorenni presenti nel locale), nonché la presenza nel locale di un gerente (era presente)". 

"In riferimento alla Legge sulle attività private d'investigazione e di sorveglianza si è verificata l’idoneità del servizio di sicurezza (nessun problema riscontrato). Oltre a quanto già comunicato, nei confronti del responsabile del locale sarà aperta una procedura contravvenzionale per non aver rispettato il numero massimo di persone da ospitare nel locale nonché per la presenza di tre minorenni", è la conclusione a cui sono arrivati gli agenti. 

A far discutere è stata anche la testimonianza di un 24enne. "È stata l'esperienza più umiliante della mia vita", ha detto, raccontando di aver chiesto il motivo del controllo, sostenendo di aver diritto di saperlo, e di aver scatenato così la voglia di dargli una lezione da parte degli agenti, che sul loro furgone lo hanno fatto svestire integralmente e l'hanno perquisito, "nudo e genuflesso". 

Su questo aspetto, però, otteniamo poche risposte "Per quanto riguarda le modalità della perquisizione verranno valutate nelle sedi opportune". Insistiamo ribadendo che il giovane è intenzionato a sporgere denuncia, domandando se essa è già stata effettuata, ma l'unica affermazione riguardo la perquisizione rimane quella. 
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