BELLINZONA – Nora Illi rischia ancora una volta che venga chiamata la Polizia. Il motivo? Il solito, ovvero la scelta di non togliersi il niqab che ormai da un paio d’anni è proibito in Ticino.
Quando venne introdotta la legge, fece apposta a mostrarsi a volto coperto, prendendo così una multa, platealmente pagata da Rachid Nezzak, venuto apposta a Locarno. Un’altra volta, a Lugano con un’amica, alla richiesta della Polizia di scoprire il volto, si rifiutò.
E non ha mai perso occasione di ribattere, anche in un’intervista al nostro portale, quanto quello di portare il niqab sia un orgoglio per lei, tanto che anche la figlia ha deciso di indossarlo, a suo dire liberamente. Non mancano i suoi post dove parla della libertà data dall’Islam.
Nora Illi, per chi non ricordasse la storia, si è convertita. In questi giorni, era ancora in Ticino, e di nuovo ha ribadito il suo fermo no a rispettare la legge.
“Stavamo attraversando il Ticino quando ci siamo fermati a una stazione di servizio, poiché mia figlia aveva bisogno di usare il bagno”, scrive su Facebook. “Ho chiesto di poter comprare una bibita, la commessa in tono freddo mi ha detto che avrebbe chiamato la Polizia perché il burqa è vietato”.
“C’è un grande cartello appeso davanti al Gottardo: il passaggio è vietato ai musulmani”, ironizza poi.