PREGASSONA – Cosa faccia più male, non si sa. O il potersi ridurre in certe condizioni, la spazzatura per terra a formare addirittura uno strato di 30 centimetri, la puzza che costringe i vicini a chiudere le finestre, i bambini in condizioni igieniche pessime tanto da essere isolati, oppure l’isolamento stesso. Causato forse dalla prima ragione. O ancora, l’incapacità di chiedere aiuto, il chiudere la porta agli aiuti, ovvero i Servizi sociali.
Cosa c’è dietro una famiglia che si riduce come quella di Lugano, con diciotto cani, sì, diciotto, cioè quasi una ventina, a vivere in mezzo alla sporcizia? Che disagi vive una coppia del genere?
Oppure, ancora, si resta basiti dal fatto che per molto tempo nessuno abbia trovato il modo di penetrare in quell’appartamento sporco e quasi fuori dal mondo.
Oggi emergono nuovi dettagli sul caso che ha indignato e riempito di stupore il Ticino intero.
Lorenzo Quadri ha spiegato attraverso i social come non si possa puntare il dito sui Servizi sociali, che non possono imporre il loro aiuto se la famiglia chiude la porta. Ma poi aggiunge un dettaglio al Corriere del Ticino, non irrilevante: “due dei figli vivevano già da tempo in esternato da parenti stretti. Possibile che nemmeno loro sapessero nulla delle condizioni di degrado dell’appartamento?”.
Domande su domande. Forse, ipotizziamo, che abbiano provato a aiutare la famiglia, prendendosi a carico i figli, ma non siano riusciti ad andare oltre? Difficile crederlo, in ogni caso, ma è altrettanto impensabile che non abbiano fatto realmente nulla.
A far scattare l’intervento poi della Società Protezione Animali di Bellinzona sarebbe stata una denuncia per maltrattamento di minori, che ha scardinato tutto il castello di carte. Da qui sono arrivate la Polizia giudiziaria e, per gli animali, la SPAB.