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Cronaca
25.09.18 - 15:120

Palazzi ghetto. Stesso proprietario, stessi problemi: dallo spaccio alla prostituzione

Il palazzo di Pregassona dove sono stati ritrovati i diciotto cani apparteneva alla stessa persona che aveva proprietà a Chiasso: con inquilini a beneficio dell'assistenza (entrate dunque sicure)

PREGASSONA – Oltre allo shock, ci sono gli interrogativi. Tanti. E Matteo Caratti, direttore de La Regione, nel suo editoriale mette in luce il fenomeno di quei palazzoni, spesso concentrati nelle mani di pochi, che affittano a persone soprattutto in assistenza e creano una sorta di ghetti.

Dove non ci sono solo problemi come quello di Pregassona: “inquilini che possono in alcuni casi portare con sé tutta una serie di problematiche molto serie come quella trovata dalla Spab, ma anche spaccio, maltrattamenti dei figli, sfruttamento della prostituzione, risse e via discorrendo”, scrive il direttore.
“E pensare che quella palazzina di Pregassona – come altre sempre riconducibili (andando indietro negli anni) allo stesso proprietario – era già nota alle forze di polizia”, spiega, facendo notare come sono già state depositate diversi atti politici per capire alcuni punti. 

Ovvero “come mai in quegli edifici si investe poco, si tengono le pigioni basse e si concentrano così facilmente inquilini al beneficio dell’assistenza (il che – si noti bene – significa per il proprietario la certezza di vedersi pagato l’affitto dallo Stato!)”.

Cita via Odescalchi a Chiasso, che ora ha visto un miglioramento delle sue condizioni. Oppure via Martignoni a Massagno (lì morì una persona asfissiata in cantina) o appunto il Bronx di Pregassona.

“Magicamente, dopo che si cominciò a porre pubblicamente la domanda – ‘come mai così tanti inquilini al beneficio dell’assistenza in così tanti palazzi sempre dello stesso proprietario? (pare un contadino) – alcuni palazzoni passarono di mano. Come mai? Intanto i problemi restano, anzi si moltiplicano”, conclude Caratti.

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