BELLINZONA – L’affaire Tuto Rossi tiene banco: il video sui centri rifugiati e i bleniesi è il caso del giorno, è diventato virale e sta scatenando molte reazioni.
Piero Marchesi, presidente dell’UDC, si trincera dietro a un no comment, parlano invece, eccome, i Giovani socialisti, che usano parole di fuoco.
“Dopo la vicenda vergognosa sui chierichetti di Chiasso e le uscite del consigliere nazionale Lorenzo Quadri sull’inutilità della commissione contro il razzismo, ecco il turno del consigliere comunale di Bellinzona Tuto Rossi. Quest’ultimo è stato ripreso in una serata di festa, in cui lo si sente chiaramente ironizzare e banalizzare su questioni di razza, eugenetica spicciola e su stereotipi rivolti ai bleniesi, tutto condito da un vocabolario offensivo e denigratorio, tra le quali l'uso della parola "negri", si legge. Anche un altro movimento giovanile, quello pipidino, aveva citato Pantani e Quadri…
La GISO insiste sul termine “negri”: “Una parola che, ricordiamo, nasce come termine spregiativo ai tempi della tratta atlantica degli schiavi e che è quindi pregna di significati profondamente offensivi. Trascendendo il tema immigrazione, su cui è comunque inaccettabile che un politico si esprima in certi toni, è doveroso ricordare a Rossi che in Svizzera risiedono molti regolari cittadini di etnia africana, membri funzionali della società, nostri fratelli e sorelle – tutti offesi dall’uso di un linguaggio simile”.
E termina con un duro attacco: “È inammissibile che una figura pubblica si lanci fieramente in uscite tanto offensive, per poi nascondersi dietro a "satira" e "parodia", concetti ben definiti che non possono essere distorti per giustificare qualunque idiozia che esca dalla bocca del razzista di turno. La Gioventù Socialista auspica che vengano al più presto presi provvedimenti nei confronti del "signor" Rossi, che evidentemente manca delle qualità basilari non solo per fare politica, ma anche per potersi definire una persona civile”.