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29.11.18 - 17:180

Botte! "Firmare un tuo atto è alzare l'asticella della tolleranza". "Ul Casati e nient da scena...". Poi però Rossi...

Strascichi del video sui bleniesi: il socialista non vuole sottoscrivere un'interpellanza di Tuto Rossi che replica piccato e scrive ai colleghi: "se volete mi dimetto"

BELLINZONA – La battuta sui bleniesi di Tuto Rossi non è stata ancora dimenticata, ed è stata alla base di uno scontro fra email e social piuttosto acceso con il consigliere comunale bellinzonese socialista Alberto Casari.

Il tutto è partito dal fatto che nel Preventivo di Bellinzona vi sono alcune righe dedicate al prospettato spostamento del Centro di pronto intervento a Giubiasco. Il che non è piaciuto a Tuto Rossi, che ha redatto un’interpellanza, inoltrandola ai colleghi e chiedendo loro di firmarla in modo trasversale.

“È ormai scontato che il collegamento autostradale del Locarnese non si farà nei prossimi decenni, semplicemente perché mancano i fondi per il faraonico progetto sostenuto dal Cantone.

L’impossibilità di questo Collegamento trascina l’impossibilità di realizzare il Centro di pronto intervento nella zona dove improvvisamente il Municipio intende ricollocarlo. Tutto questo si tradurrà in costosi studi ricerche e progetti assolutamente inutili, allorquando sono già stati spesi molti soldi per progettare il MEP al ponte della Toretta. Inoltre servizi essenziali per il comune e la popolazione dovranno rimanere per anni nelle attuali inadeguate sedi”, scrive.

Nel ricevere l’email, Alberto Casari esplode e replica, con copia a tutti i colleghi. Parte dicendo di non sentirsela di chiamarlo “caro Tuto”, per quanto detto sul termine “caro” da Pusterla al Comitato Cantonale socialista. Non è d’accordo di firmare, non tanto per i contenuti (su cui avrebbe qualcosa da dire), ma poiché “firmarla con te significa sdoganare i tuoi comportamenti rozzi e razzisti, checché tu ne dica. Ma questa è solo l’ultima di una serie di modi di fare che chi la pensa come me, non può accettare. Come non sono accettabili gli attacchi che hai rivolto ad alcune persone, semplicemente perché hanno militato o militano nel partito socialista. Perché abbiamo denunciato pubblicamente il tuo scadente, offensivo e razzista, filmino sui bleniesi. Attaccare è sempre più facile che scusarsi, perché tu non sbagli quasi mai. Oppure come hai fatto in passato, ti scusi, prometti, ma alla fine non succede nulla”.

Firmare sarebbe alzare l’asticella della tolleranza, prosegue: “Dire “Beh, questa cosa non è male, possiamo condividerla con te”, non va bene, perché è come quelli che dicono che Mussolini ha fatto anche cose positive per l’Italia. Sarà anche vero, ma per una cosa positiva, quante ne ha fatte di negative e quante sono state quelle abominevoli? Stiamo andando in quella direzione e personalmente non ti sdogano più nulla, altrimenti significa alzare ancora l’asticella. No, adesso basta”.

Per poi aggiungere come “vorrei ricordarti una cosa, che forse ti sfugge: il Direttore del Dipartimento del Territorio è un certo Signor Zali, eletto in quota Lega-UDC. Alcuni rimproveri ed alcune domande dovrebbero essere prima di tutto, indirizzati a lui e al dipartimento che dirige”.

Rossi, come previsto dal socialista, contrattacca. E sono macigni. “Ti prego giò do dida, prima di rivolgerti a me. Se in questi anni hai allenato solo i muscoli, tralasciando il cervello non è colpa mia. Rinuncio a farti l’analisi logica della mia battutaccia per dimostrare che non è razzista perché di sicuro non la capisci (Dio ti perdoni! - La mia infelice barzelletta semmai era, scherzosamente ovviamente, contro i blenliesi – a loro ho presentato le mie sincere scuse – i quali non essendo una razza, credevo a torto di non offenderli, tanto era grossa la mia stupida sparata -). Se sulla tua intelligenza è inutile contare, contesto la tua buona fede”.

Se la prende con Mordasini (come già fatto), che a suo dire fa pubblicità elettorale per il PS. “Caro Alberto, è il tuo caro amico, il tuo compagno, quello che gestisce la tua campagna elettorale che ti ha fatto eleggere in Consiglio comunale, e che era presente al Congresso che tu citi per farmi la morale. Nessuno ti ha mai sentito criticare queste schifezze di casa tua. Quindi taci che è la cosa che ti riesce meglio.  In realtà il tuo livore ha ragioni psicologiche che ti farebbe bene curare; risiedono nella frustrazione di vedere un collega di Consiglio comunale che si esprime liberamente (anche facendo grossi sbagli per l’amor di Dio), perché il posto di lavoro non gliel’ha dato il partito politico. Per questo ti mangi il fegato.
Stop! Ul Casari e nient da scena …, si diceva una volta.”.

Tuto Rossi si rivolge anche ai colleghi di Legislativo in genere. “Sta arrivando il Natale e come tutti gli anni è l’occasione di fare il bilancio delle cose fatte, nel bene e nel male. Io per primo ne avrò fatte più di male che di bene e spero che lassù qualcuno mi perdoni al momento che dovrò passare l’androne di non ritorno. So di avere la penna pesante e talvolta un humor sopra le righe, e se mai ho offeso qualcuno di voi, sappiate che non ho mai inteso mancarvi di rispetto. Però vi prego, e prego me stesso prima di tutto, “abbassiamo i toni, che l’amicizia è il bene più prezioso”. C’è tanta inutile negatività nello scritto a cui ho dovuto rispondere qui sopra.
Il mio stile può anche non piacere, ma non ha mai nulla di personale”. 

Cita, a sorpresa, la famosa vicenda di BancaStato in cui fu coinvolto, definendosi “un’anatra zoppa in politica” e termina con un “se una grossa maggioranza di voi dovesse preferire un Consiglio comunale senza le critiche di Tuto Rossi sono anche disposto a farmi da parte”.

Nessun consigliere comunale ha replicato chiedendo a Rossi di dimettersi. 

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