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Cronaca
14.11.18 - 18:240

Crisi dell'informazione e della società, Marcello Foa: "Occorre puntare su oggettività e verità"

Il neo-presidente della Rai è intervenuto al dibattito "a che punto è la notte?" al Cinema Teatro di Chiasso. Incontro al quale ha presenziato anche Tito Tettamanti che consiglia "più pluralismo e maggiore creatività"

CHIASSO – “A che punto è la notte”. È questo il titolo del dibattito circa la crisi dell’informazione e della società avvenuto ieri al Cinema Teatro di Chiasso e a cui hanno preso parte l’economista ed ex consigliere di Stato Tito Tettamanti e l’ex amministratore delegato del Gruppo MediaTi e attuale presidente della Rai Marcello Foa.

 Chiamato a rispondere alla domanda “qual è il ruolo dell’informazione nella crisi che stiamo attraversando?”, il neo-presidente della Rai ha parlato del mutamento dei media grazie alle nuovi tecnologie.

“TV, radio e giornali – ha dichiarato Foa – una volta erano il monopolio dell’informazione. Ora non è più così. Ora le grandi notizie circolano anche al di fuori dei canali tradizionali”.

Marcello Foa ha anche parlato di come “la carta stampata viene usata con lo scopo di veicolare informazioni utili a una forza economica o a un’area politica”.

E ancora: “Nel bagaglio di un giornalista serio ci vuole la consapevolezza che queste tecniche di fare informazioni esistono e vanno decriptate”.

Tito Tettamananti reputa, invece, che “quella che stiamo vivendo è una crisi culturale, in quanto la comunicazione si è involgarita a pari passo con la società”.

“Il problema – ha aggiunto il finanziarie – che afflige la classe media non sono le disuguaglianze economiche, ma la percezione di non appartenere alla società”.

Interrogato sul quale ruolo recita il servizio pubblico per ricostruire la fiducia e fare in modo che la società fiorisca Marcello Foa non ha dubbi. “Se oggettività e verità sono concetti ideali è giusto che il servizio pubblico faccia crescere una classe di giornalisti che punta in questa direzione”.

Secondo Tettamanti, invece, ci vuole “più pluralismo, ma anche più creatività”.

 

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