MONCUCCO - La magnifica notizia è che M.M. questa mattina è stata dimessa da Moncucco. L'avevamo lasciata con l'angoscia di non sapere se Ben, il bambino che aveva visto a fianco a sé, era reale o meno, e se lo era la bambina-fantasma che era venuta a trovarlo.
Finalmente, in lei è arrivata la consapevolezza: sono state allucinazioni dovute ai farmaci. Non è morta nessuna bambina, almeno in quel frangente. Ed è un sollievo.
M. è dunque in reparto, quando ricomincia col suo racconto. E ricominciamo con le sue parole:
"Fosse un'allucinazione o meno, quella di Ben e del Fantasmino della bimba, ma alla sera ero in un altro reparto. E lì ho la certezza che iniziarono i ricordi reali siccome quello é il reparto che vidi per le giornate successive.
Non ricordo molto di questa sera. Ricordo che c'era un' uomo alla mia sinistra che non potevo vedere, che aveva una brutta tosse, proprio come Ben...
(Magari Ben fu un'allucinazione e la tosse di quest'uomo era riuscita a infiltrarsi dal reale all'allucinante... Mah... vai a capire come funziona la mente umana.... o forse ero troppo stordita dai sedativi da vivere un dormiveglia più dormi che veglia, ma in cui filtrano rumori esterni)...
Ma torniamo al reale. La parte in cui sono sicura di poter dire qualcosa.
Anche la persona alla mia destra non la potevo vedere a causa della tendina tirata, ma sentivo che aveva un'orrenda tosse pure lui. Io avevo ancora la maschera che mi soffiava l'ossigeno tra bocca e naso. Sentivo che facevo fatica a respirare e che mi sembrava di morire per questo.
Ogni tanto passava un medico che provava i parametri... Ero piena di fili ed elettrodi. Ma respirare non era la cosa più difficile da fare. Muovere qualsiasi muscolo era diventato faticosissimo. Anche solo muovere un dito.
Provai a chiamare qualcuno, ma mi accorsi di non aver abbastanza fiato per poterlo fare, e in più le corde vocali non funzionavano più. Ricordo una crisi di panico dovuta proprio a questo. Una signora col camice verde coperto da un camice giallo e una mascherina doppia si accorse della mia sveglia (o qualsiasi cosa fosse) e si apprestò a venirmi vicino. Si presentò come medico, e mi spiegò dov'ero e cosa mi era successo. Mi spiegò che le corde vocali non mi funzionavano a causa dell'intubazione, ma questo sarebbe stato solo momentaneo, ma che ci sarebbe anche stata la possibilità di una recidiva, e quindi che mi avrebbero tenuta monitorata costantemente (la famosa Fase Fisiorespiratoria) dopo di che iniziò la notte, e con essa altri ricordi sfocati....
Ricordo che l'uomo alla mia sinistra (quello con la stessa tosse di Ben) a un certo punto annunciò di voler essere dimesso. Passò a fare gli auguri di pronta guarigione a tutti, a me compresa, per poi scoprire di non poter andare da nessuna parte perché dal reparto in cui ci troviamo deve fare una richiesta con qualche giorno di anticipo prima di poter realmente essere dimesso, allora tornò nel suo letto e restò li. Con questa tosse tremenda. Durante la notte però mi parse peggiorare... mi sembrò che la sua tosse già brutta diventasse ancora più brutta e più frequente... (poi M. si accorgerà che, come Ben, anche quell'uomo era un'allucinazione, ndr)
Dovrei sentirmi stanca e dormire, hanno anche abbassato la luce in modo favorevole... Ma, non riesco a spiegarmi per quale motivo, non riesco a prendere sonno. Così passo l'intera notte a osservare i medici che vanno avanti e indietro seguendo mi minuziosamente le norme d'igiene.
Ciò mi rassicura, anche se rimango terrorizzata dall'idea di aver preso il COVID 19. Il mio primo pensiero va a mia sorellina che é stata a contatto con me, prima che mi diagnosticassero il coronavirus, e alle amiche viste i giorni precedenti... Ho il terrore che qualcuno possa essere rimasto contagiato....
BIP...BIP...BIP... É il rumore costante che sento provenire dai monitor. Davanti a me c'é un dottore mi guarda sorridendo e lentamente, in modo che nonostante il risveglio del coma io possa capire cosa sta dicendo mi dice "Bentornata M.! Sei in terapia intensiva, e sei stata intubata per 8 giorni".
Provo a comunicare ma il dottore mi blocca: "Ora non puoi parlare, perché a causa dell'intubazione le tue corde vocali non funzionano più come prima, mentre a causa dell'infezione che avevi, i polmoni devono riprendersi prima di riuscire a dire qualcosa".
"Ora entri nella fase fisiorespiratoria, vale a dire che il peggio é passato, ma potrebbe tornare, per cui ti teniamo monitorata costantemente fino a che non abbiamo la certezza che stai bene. Ci possono volere pochi giorni o anche più. In questo momento hai una maschera d'ossigeno che ti sta aiutando a respirare, siccome i tuoi polmoni non sono ancora in grado di respirare da soli. Per qualsiasi cosa siamo qui".
E dopo aver spiegato bene il tutto se ne va. Sono chiusa tra due tende blu, il che é tranquillizzante. Alla mia sinistra sento un rantolo di tosse molto particolare. "Ben?" Penso stancamente in quel momento. Poi scopro di essere stanca per qualsiasi cosa, allora chiudo gli occhi.
[Da qui in avanti, ogni volta che parlerò di un'allucinazione oggi appurata come tale, come fosse reale; come ad esempio Ben, é perché voglio che sappiate come sono andare le cose anche a livello di ricordi e sensazioni].
Di colpo iniziano le allucinazioni di cui la più normale é uno sfondo nero pieno di puntini colorati che vorticano su se stessi mischiandosi come impazziti Questi puntini nel giro di un nanosecondo diventano dei triangoli "a neon" e poi dei quadrati e poi di colpo vedo i personaggi sei cartoni animati Disney e Warner Bross passare uno dopo l'altro alla velocità della luce". Riapro gli occhi. Ricordo vagamente lampi di luce bianca, e rumori fortissimi in quelle che so di per certo essere allucinazioni, ma questa avuta appena chiuso gli occhi ... che era?
Riprovo a chiudere gli occhi, ma la scena si ripete ancora più allucinante. E così va tutte le volte che provo a chiudere gli occhi, così mi concentro sulla realtà e su ciò che accade tutto attorno e non provo più a dormire fino a sera.
Accanto a me, l'uomo tossisce nuovamente in modo forte e pietoso. Mi spiace molto per lui perché é messo peggio di me, ma continua a ricordarmi la tosse di Ben in quel momento. Infatti mi stupisco parecchio quando lo chiamano "Signor Giovanni" [nome di fantasia] per chiedergli come si sente. Penso che magari é semplicemente qualcuno con una brutta tosse simile a Ben...
Al mattino succede una cosa traumatica oggi al ricordo, ma in quel momento ero sicuramente ancora sotto l'effetto di qualche farmaco, per cui ricordo non mi aveva fatto ne caldo ne freddo.
Arrivano due uomini. "Ti laviamo un attimo siccome non puoi fare la doccia". Detto e fatto. Mi lavano interamente con delle lavette umide e fresche e con la grazia di due scimpanzé.
Indosso la classica camicia da ospedale, e nel voltarmi dev'essere che la camicia é chiusa solo ad altezza collo e non altezza schiena, per cui sento un ragazzo, dire "O cielo! Una ragazza nuda come mamma l'ha fatta!"
E se l'era svignata terrorizzato. Mi ero chiesta come fosse possibile. Un medico, un infermiere... non dovrebbe vederle delle persone nude nel suo percorso di studi? In circostanze normali mi sarei fatta una bella sghignazzata. Ma si trattava di me, e non riuscivo a respirare, e l'essermi voltata su un fianco per farmi lavare la schiena, anche se aiutata da due persone mi aveva stancata parecchio. Una volta rimessa in posizione supina, ricordo che avevo il fiato corto e l'affanno nonostante la maschera d'ossigeno che indossavo.
"Fantastico! Respiri meglio di quello che credevo! Mi dice qualcuno mentre io in realtà sono sempre più affamata d'aria.
Altri orrendi colpi di tosse alla mia sinistra, ma anche alla mia destra. "Signor Giovanni come si sente"?, dice qualcuno. Non riesco a capire che cos'ha, ma percepisco in una qualche maniera che é messo peggio di me questo signor Giovanni... continua a tossire, con questa tosse rauca e forte e a volte arriva quasi a strozzarsi.
Sinceramente, mi fa paura ogni volta. Non so se sia anche lui un COVID o se abbia altro... la tosse sembra la mia quando sono arrivata qui, con la differenza che a me pare passata. I medici e tutti nel frattempo si sono volatilizzati e si sono concentrati tutti sul signor Giovanni.
Gli chiedono il numero della moglie da poter contattare e da poter informare giorno per giorno. Ma lui rifiuta di dare qualsiasi genere di dato personale. Parlando, capisco che l'uomo é svizzero per matrimonio, che a causa di credenze religiose non può ricevere certi tipi di trattamenti o terapie, ed é probabilmente questo che lo rende forse più grave di me.
D'altronde come mi dicevano, da me il peggio é passato. Ok, potrebbe tornare, ma é passato. Io sono sveglia, con una maschera d'ossigeno che mi aiuta, i polmoni che sento che iniziano ad essere sempre più indipendenti ogni minuto che passa, anche se faccio molta fatica... Alla mia destra inizia un altra brutta tosse.
Io inizio a diventare leggermente ipocondriaca. E se mi piglio la tosse o altro in quel reparto?
Mi innervosisco e mi parte una crisi d'ansia che riesco a tenere a bada solo grazie all'ossigeno.
Non so che mi prende. La crisi d'ansia per quanto riguarda il fiato é in situazione tranquilla, ma internamente provo un turbinio di emozioni che non posso fermare.
Mi torna tutto in mente. Ho il Coronavirus, sono in ospedale. mia sorellina J. ha usato a lungo il mio cellulare prima di sapere che avessi il COVID, i miei conigli sono a casa. A chi ho lasciato le chiavi? Ah sì... a J... Ma J sta bene? É stata a contatto con me, col mio cellulare... e le persone che ho visto ultimamente? Le mie amiche? E la mia famiglia é informata? Ansia. Non regge più neanche l'ossigeno inizio a iperventilare. Qualcuno arriva e mi aiuta a calmarmi in una qualche maniera.
Prima ne prendo consapevolezza, e prima riesco a star meglio. Ci provo: "Mi chiamo M.M., ho 29 anni e ho preso il Covid19 nonostante io non sia né anziana né che abbia patologie strane confermate. Sono in terapia intensiva, é una mattina di non so che giorno, non so che ora é, e mi serve un ossigeno al massimo per respirare bene".
Me lo ripeto qualche volta per prenderne consapevolezza e mi calmo. Il Signor Giovanni sembra star per morire a causa della tosse.
In tarda mattinata, una voce squillante mi risveglia dai miei pensieri e le mie paure. "Ciao M.! Facciamo un po'di movimento?"
La guardo senza capire. Io é tutto il mattino che provo a mettermi seduta, e non riesco neanche a chiudere la mano sulla sponda del letto... É tutto il mattino che vorrei congiungere le mani in preghiera, e non riesco a farlo... E questa arriva e dice che mi vuole far fare un po'di movimento.
Annuisco, e scopro di poter dire "sì". Posso parlare!! A voce bassissima ed impercettibile, ma posso parlare! La ragazza, chiunque ella sia non mi ha sentita, ma ha visto la mia testa annuire, così si presenta. "Io sono Tania [nome di fantasia] sono la fisioterapista. e ti seguirò qui in terapia intensiva per la riabilitazione. Sei stata ferma 8 giorni, e questo ha autorizzato i muscoli.
Adesso ti faccio fare alcuni esercizi per riprenderti".
Così dicendo mi prende un piede e mi fa piegare il ginocchio. Fa malissimo, e sembra qualcosa che non ho mai fatto in tutta la vita. Lo fa 2-3 volte, poi passa all'altra gamba e poi alle braccia.
"Riesci a chiudere le mani a pugno?", mii chiede. Non rispondo, provo direttamente e scopro di riuscirci.
"Fantastico!" Esclama la fisio tirando fuori qualcosa che non capisco cos'é finché non ce l'ho in mano. É una pallina di spugna morbida con il mio nome. Mi fa simpatia. "Prova a stringerla" mi dice la fisio. Ma a provarci scopro che non riesco a fare un granché. Mi ripeto che é normale mentre da un'altra parte sclero per non riuscire a fare una cosa così banale. Dopo qualche tentativo riesco a stringerla in modo accettabile. Stesso esercizio con l'altra mano.
La fisio é contenta e mi propone ora un esercizio di respirazione: ha preso una grossa bottiglia e l'ha riempita d'acqua a metà. Mi dice di soffiare dentro tre volte, e mi spiega che é per riabilitare i polmoni. Ci provo, mi aiutano a togliere l'ossigeno e soffio nella cannuccia. Dopo pochissimo non ho più fiato. Qualche respiro con l'ossigeno, e poi di nuovo un soffio nella cannuccia. Mi scoppiano i polmoni, ma voglio fare anche il terzo, e così inspirò nella maschera d'ossigeno, e soffio la terza volta nella bottiglia.
La fisio pare soddisfatta, ma mi chiede comunque di fare un altro esercizio: usa la mano a mo' di asticella, e mi dice di alzare le gambe per raggiungerla col piede. Una alla volta s'intende.
L'asticella non supera sicuramente i 10 cm, ma a me sembra così lontana, e così dura da arrivarci... I muscoli urlano... io provo a mantenere il respiro normale ma non penso di farcela...eppure ce la faccio.
"Molto bene M.!", dice la fisio. "Per ora va bene così. Torno nel pomeriggio". Mi assale una strana forma di crisi dell'abbandono e le chiedo di non andarsene con un filo di voce. Lei si accorge con stupore che posso parlare, allora mi toglie l'ossigeno momentaneamente e mi ascolta. "Non andare per favore... non voglio rimanere sola..." é tutto ciò che riesco a dire.
Lei mi rassicura che tornerà nel pomeriggio, ma che ha ovviamente altri pazienti, mi saluta e mi lascia in compagnia della pallina e la bottiglia".