BELLINZONA - Una misura unilaterale, a un mese dall'introduzione del famoso passaporto vaccinale, che peraltro discrimina chi vive a più di 60 chilometri dal Confine. In Ticino, se la popolazione ne è felice, il Governo non ha gradito.
"Tra meno di un mese verrà introdotto il pass UE che permetterà di uniformare le regole per gli spostamenti tra i vari Paesi. Ma l’Italia ha di nuovo deciso di muoversi in anticipo e in maniera unilaterale. Una volta di più, ci troviamo di fronte a una misura voluta dall’Italia, che però tocca anche noi", ha detto al Corriere del Ticino Francesco Quattrini, delegato cantonale per le relazioni esterne. Dunque, a Bellinzona si è discusso della tempestività della misura.
Ma non solo. "Chi abita a più di 60 chilometri dalla frontiera si trova escluso da questa facilitazione. E magari avrebbe ragioni impellenti per varcare il confine, come ad esempio l’accudimento di un genitore che necessita assistenza".
Il Consiglio di Stato lunedì incontrerà Ignazo Cassis e la deputazione ticinese alle Camere e si parlerà anche di questo tema.