BELLINZONA - I ticinesi fanno scorta, soprattutto in Italia. La paura per le conseguenze della guerra in Ucraina hanno portato molti a fare incetta, dove possibile, di compresse di iodio (leggi qui) e a riempire di domande sia l'Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP), che i cantoni e i comuni.
Cosa aveva consigliato l'UFPP
La risposta dell'UFPP è stata di non comprare le compresse e semmai di pensare a fare scorte alimentari, con un approvvigionamento di emergenza che comprende principalmente cibo conservabile e 9 litri di acqua a persona, oltre ai farmaci più importanti (leggi qui).
E si va in Italia a comprare: pasta, riso, legumi, acqua minerale, non carne e pesce
Ed è scattata la corsa. Nei supermercati di oltre confine si rivedono scene da lockdown, con beni non deperibili che vengono letteralmente presi d'assalto: pasta, scatole, prodotti a lunga scandenza, farine, riso, legumi, acqua minerale, mentre molto meno per quanto riguarda carne, pesce eccetera.
A dirlo è a tio.ch sono il vicedirettore del Tigros di Ponte Tresa, la cui clientela è al 90% ticinese, e il direttore dell'Iper di Varese.
Lo stesso non si può dire per i supermercati ticinesi, come testimoniano sempre al portale i dirigenti di Migros e Coop. Addirittura, da Coop non si è notata una differenza di comportamento, i consumi sono rimasti pressochè uguali.
Scorte per loro e da inviare in Ucraina
Tra le motivazioni potrebbe esserci non solo l'appello dell'UFPP a fare scorte ma anche la voglia di inviare prodotti in Ucraina a chi si trova da ormai tre settimane in condizioni difficili, sotto l'assalto russo, con carenza di tutto.