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Cronaca
21.02.22 - 18:190
Aggiornamento: 18:43

Due sequestri, violenze, scosse elettriche. "Nemmeno in Arancia Meccanica si è costruito tanto terrore"

A Lugano sta andando in scena il processo per quanto subito da un 18enne del Mendrisiotto. Sei gli imputati, per tutti la pp Tuoni ha parlato di tentato omicidio. Il legale: "Lo hanno torturato". I fatti si svolsero tra fine 2020 e inizio 2021

BELLINZONA - Sequestro di persona e rapimento, tentato omicidio intenzionale, esposizione a pericolo della vita altrui, coazione. Sono accuse pesantissime quelle di cui dovranno rispondere i sei imputati nel processo per l'aggressione subita a due riprese, tra fine 2020 e inizio 2021, da un 18enne del Mendrisiotto. Il movente era legato a debiti di droga, le modalità da film dell'orrore. Non a caso, la pp Valentina Tuoni ha parlato di "una delle pagine più vergognose della storia giudiziaria del nostro cantone".

Chieste pene tra i sei e i dieci anni

La mente di quanto accaduto, che ha ripetutamente messo a rischio la vita del 18enne, è un 32enne colombiano. "È colui che ha reclutato e promesso compensi al branco. Ha incitato il gruppo, insensibile, ha dettato l’inizio e la fine di ogni spedizione punitiva. Egoismo, freddezza, sadismo: ha agito spinto da un movente futile", ha detto Tuoni, chiedendo per lui  11 anni di carcere, ed espulsione dalla Svizzera per 15 anni. Per un 28enne luganese invece proposti 10 anni di carcere: sarebbe stato colui che ha scelto i luoghi dove picchiare la vittima. Otto anni di prigione richiesti per altri tre imputati (per un 22enne rumeno anche l'espulsione dal paese per 10 anni), sei per un sesto. 

Il legale: "Torturato, è a pezzi"

"Oggi il mio cliente è a pezzi, distrutto. Inenarrabili le violenze subìte. Oggi solo per mera fortuna è ancora vivo. Solo per la resistenza della vittima la vicenda non è volta in tragedia. È stato torturato. Nemmeno in Arancia Meccanica Kubrick è riuscito a costruire tanto terrore", ha detto il legale della vittima, che ha spiegato come egli sia ancora traumatizzato e non abbia chiamato la Polizia, al momento dei fatti, per paura. Gli aguzzini glielo avevano intimato.

A trovarlo furono due passanti (leggi qui, leggi qui, leggi qui)

Assoldati per 500 franchi

In mattinata era andato in scena, alla Corte delle Assise criminali di Lugano, il racconto di quanto successo. Il 18enne aveva un debito di 2mila franchi, fatto salire a 7mila parlando di interessi, per questioni di droga. Il 32enne colombiano architettò tutto, promettendo dei compensi agli altri cinque della banda: forse 500 franchi ciascuno, uno degli imputati aveva parlato di 1'000.

Il 10 dicembre 2020 il 18enne fu attirato a Massagno al cimitero con la scusa di dargli della marjiuana. Quel giorno fu picchiato con calci, sberle, pugni e spintoni alla schiena, alla testa, ai testicoli oltre che gettato nella neve gelida. Non contento, il branco lo legò a una corda trascinandolo fino a Ambrì con l'auto. La velocità? 40-50 chilometri all'ora, secondo l'accusa anche il doppio. Lo avrebbero anche investito e fatto viaggiare sul tetto dell'auto. 

Un altro sequestro, chiesero un riscatto al padre

Quel giorno avvenne il primo sequestro. Da tempo doveva dei soldi al 32enne, che lo aveva anche minacciato di morte. Lui diceva che avrebbe pagato, aveva anche trovato lavoro. L'incubo si ripetè, ancora peggiore, il 28 gennaio a Cadempino-Vezia. Sequestrato e costretto in auto, il giovane fu di nuovo picchiato selvaggiamente. Usarono anche un attrezzo da palestra ("l'idea mi è venuta da un film", ha detto uno degli imputati) e persino scosse alle dita delle mani con le pinze con cui si carica la batteria dell’auto. Gli misero vicino un accendino, dopo aver impregnato di carburante la felpa. Chiesero al padre un riscatto.

Insomma, atrocità che appaiono lontane dalla realtà. Eppure sono accadute, protagonisti sei giovani uomini, di cui quattro esecutori materiali e due che hanno assistito. Ma nessuno si è dissociato, ha detto Valentina Tuoni. 

La sentenza è attesa mercoledì. 

 

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