VARESE - Una telefonata anonima che avvertiva che nei boschi vicino a Castelvacanna, nei pressi di Varese, c'era un cadavere. Così le forze dell'ordine hanno saputo della morte di un immigrato, probabilmente un pusher della droga nel giro locale, deceduto a causa di dei colpi di arma da fuoco. A sparare dovrebbe essere stato un carabiniere, che assieme a dei colleghi pattugliava la zona travestito da cacciatore.
L'agente è ora indagato per omicidio.
Il bosco di Castelvacanna è conosciuto per essere il rifugio di una serie di spacciatori, molti di origine nordafricana, e di persone che vanno a acquistare e consumare droga. Spesso sono in atto faide e battaglie tra varie bande criminose, come nei telefilm, a suon di fucili e kalashnikov.
Gli agenti di conseguenza la pattugliavano sovente, come avvenuto la sera di venerdì, quando il carabiniere ora indagato e due suoi colleghi si erano travestiti da cacciatori per meglio minetizzarsi. Avevano con loro pistole ed anche fucili.
A un certo punto l'immigrato sarebbe spuntato tra gli alberi, minacciandoli. Secondo le prime ricostruzioni sarebbe stato armato, anche se la sua pistola non è stata ritrovata: potrebbe averla presa qualcuno, si ipotizza. L'agente, un cinquantenne, ha esploso un colpo, mirando a un terrapieno. La vittima sarebbe stata colpita inavvertitamente. Il carabiniere avrebbe provato a inseguirla, ma non vedendola più, a causa della boscaglia e del buio, sarebbe tornato in caserma coi colleghi, convinto di non aver colpito nessuno.
Il cadavere è caduto per un centinaio di metri sino a fermarsi in un canalone. Non è stato ancora identificato, si tratta probabilmente di un immigrato non regolare.
L'agente, un sottoufficiale, non ha avvertito il comando, che come detto è stato avvertito da una chiamata anonima della presenza dell'uomo senza vita. Al momento è sospeso in attesa degli sviluppi dell'inchiesta.