BELLINZONA - Interventi gonfiati con le eccedenze che venivano allegramente distribuite, in contanti, tra azionisti e vertici di Belfor Ticino, assicuratori compiacenti e un impiegato del Cantone. Adesso il vaso di Pandora è stato scoperchiato e praticamente tutti gli indgati nell'indagine per truffa assicurativa che ha portato agli arresti una dozzina di persone hanno perso il posto di lavoro: il Cantone ha licenziato il dipendente della sezione della Logistica, la casa madre di Sublimity ha fatto lo stesso con i due fratelli, uno direttore di Belfor Ticino e uno capo progetto, La casa madre di Belfor intanto ha chiuso ogni rapporto con Sublimity, l'azienda che forniva personale interinale.
L'intricato disegno diventa via via più chiaro man mano che si va avanti a indagare. Nel frattempo è arrivata anche una confessione importante, quella della dipendente di Sublimity denunciata alcuni mesi per aver sottratto un milione di franchi.
Gli operai messi a disposizione della succursale ticinese di Belfor eseguivano lavori per riparare le conseguenze di sinistri, provvedendo a gonfiarli a dismisura.
Alcuni assicuratori compiacenti davano supporto e tutti si spartivano la torta. La denuncia che ha fatto cadere il castello truffaldino è stata di un azionista di Belfor, insospettito dai considerevoli ammanchi. La donna attingeva alla sovrafatturazioni, teneva qualcosa per sè (mettendo i soldi su un conto privato o su quello dell'azienda del marito, attivo in tutt'altro settore), il resto lo distribuiva. Ha raccontato che tutti i soldi venivano consegnati in contanti. Addirittura ha aggiunto che ha semplicemente proseguito il modus operandi in essere prima della sua assunzione: la truffa, quindi, andava avanti da tempo!
Un ruolo fondamentale lo avevano i due fratelli che figuravano uno come direttore di Belfor Ticino e uno come capo progetto. Domiciliati uno nel Bellinzonese e uno in Mesolcina, avevano un doppio ruolo in Belfor e Sublimity.