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17.06.23 - 12:050

Prima i nostri, di nuovo. Sanvido e Piccaluga: "Nell'amministrazione solo svizzeri"

Dopo il coinvolgimento nell'inchiesta Belfor di un dipendente italiano della Sezione della Logistica, i leghisti inoltrano una mozione al Consiglio di Stato. "Alcuni stranieri si identificano poco con un servizio cantonale"

BELLINZONA - Un ticinese potrebbe mostrare maggior attaccamento e quindi assolvere al suo compito con onestà e validi principi. Dopo il caso del funzionario della Sezione della logistica, licenziato in tronco dal Governo arrestato nell'inchiesta legata alla Belfor, torna d'attualità, come periodicamente accade, il tema di "Prima i nostri" nell'anmministrazione cantonale. A sollevarlo con una mozione sono i granconsiglieri leghisti Andrea Sanvido e Daniele Piccaluga, che chiedono "la modifica della legge LORD così da consentire esclusivamente l’assunzione di personale amministrativo di nazionalità svizzera".

"Tra le persone finite in carcere per il caso “Belfor” c’è anche un impiegato della Sezione della logistica alle dipendenze dell’Amministrazione cantonale da un paio d’anni e in precedenza attivo proprio per la ditta Belfor. L’accusa contro di lui è di corruzione passiva e di accettazione di vantaggi", si legge nel testo.

"Come comunicato, si tratta di un cittadino italiano. Non è la prima volta che a mettere in cattiva luce l’Amministrazione cantonale sia una persona straniera. L’ente pubblico, indipendentemente dalla gravità del fatto, ne esce sempre danneggiato per il forte clamore che il fatto suscita dal momento in cui diventa pubblico. Il danno d’immagine è assicurato e tocca tutti i collaboratori che invece quotidianamente si recano sul posto di lavoro con validi principi e il giusto impegno nell’offrire un servizio di qualità alle cittadine e ai cittadini ticinesi", spiegano i due leghisti, che poi aggiungono: "Pur non potendo generalizzare, la sensazione è che il dipendente straniero dimostri poco attaccamento al territorio e che faccia fatica a indentificarsi con un servizio cantonale, a capire cioè l’importanza del valore che la comunità ad esso associa. ll tema del “prima i nostri” è quindi sempre d’attualità, nel senso che puntare su cittadini svizzeri, a maggior ragione ticinesi, può ridurre il rischio di simili episodi. Del resto crediamo che sia un atto dovuto che negli uffici amministrativi il lavoro venga svolto da cittadini con il passaporto rossocrociato".

Dunque, la proposta è di assumere solo personale amministrativo di nazionalità svizzera o "subordinatamente, di consentire l’assunzione di personale amministrativo straniero soltanto se residente sul territorio cantonale da almeno 20 anni e per gli under 20 che sono nati qui".

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