BELLINZONA - Le condizioni lavorative dei dipendenti di Divoora sono da tempo ormai argomento di indignazione e polemiche: persone pagate pochi centesimi a consegna, che hanno fatto sentire la loro voce. I sindacati UNIA e OCST si sono uniti in una raccolta firme a loro favore, raccogliendo ben 1'400 adesioni in 48 ore. E tuonano come ormai "a tutti sembra chiaro che il diritto al salario e al rispetto della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici siano inviolabili. A tutti tranne a chi dirige e amministra l’azienda Divoora, che in questi anni ha potuto godere di una grande crescita di profitti grazie allo sforzo e al sacrificio dei suoi fattorini".
I quali sono "lavoratori seri, professionali e fieri che si impegnano duramente nel loro lavoro. Invece in questi mesi sono stati trattati come dei ragazzini a cui soddisfa racimolare qualche spicciolo qua e là. Come se anche i giovani lavoratori con un lavoretto saltuario, non avessero diritto a ricevere un giusto salario e corrette condizioni di lavoro. È oramai è chiaro a tutti che sono tutt’altro che ragazzini, ma sono padri e madri di famiglia, persone che hanno questo lavoro come unica fonte di reddito e che hanno diritto ad un giusto salario per far fronte a tutte le spese mensili necessarie".
Seppur l'azienda aveva mostrato la sua disponibilità a intavolare delle trattative coi sindacati, al momento ancora non è successo nulla. Anzi, per UNIA e OCST si è solo cercato di "guadagnare tempo per assumere altro personale da sfruttare e creare un esercito di precari di cui disporre a proprio piacimento; manodopera da buttare in strada a correre per effettuare le consegne, in competizione con il collega di fianco a lui, senza riconoscere a nessuno il giusto salario e delle corrette condizioni di lavoro. E non scordiamoci l’arroganza con cui l’azienda trova normale scaricare sui dipendenti anche il costo che questi ultimi devono sostenere per effettuare le consegne: l’auto, la benzina e il telefono portatile. E mentre i lavoratori e le lavoratrici lavorano gratuitamente e pagano il conto, l’azienda si arricchisce".
I sindacati, oltre alle adesioni popolari, chiedono pese di posizioni. "Cosa dicono le aziende e i ristoranti che si appoggiano alla piattaforma Divoora, sapendo che queste sono le condizioni di lavoro a cui sottopongono i loro dipendenti? Vogliono davvero essere collegati con un’azienda che non riconosce delle giuste condizioni di lavoro e salario a coloro che consegnano il loro cibo in giro per le città?".
E sottolineano come "i lavoratori e le lavoratrici Divoora non chiedono nulla di più di ciò che gli spetta di diritto: chiedono solo di essere pagati correttamente per tutte le ore di lavoro, chiedono che l’azienda si faccia carico del costo della benzina consumata per fare le consegne, chiedono che venga loro riconosciuto il diritto all’indennità malattia. Chiedono di essere rispettati", mentre da parte dell'azienda "tutto tace".
La petizione a sostegno dei driver Divoora continua qui il link: https://act.campax.org/p/ divoora-rispetto-e-dignita