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Economia
03.02.22 - 11:580

Divoora non ci sta. "Non incontreremo i sindacati. Ma ora diciamo la nostra verità"

"È importante chiarire che l’85% dei riders da una disponibilità al lavoro che va dal 5% al 60%, a conferma del carattere accessorio della loro attività", scrive l'azienda. Che minaccia azioni legali: "Ci hanno assimilato a speculatori e sfruttatori"

BELLINZONA - Divoora non incontrerà i sindacati, anzi deplora la loro azione definita provocatoria e non esclude di intraprendere contro di loro passi legali. Dopo un prolungato silenzio la società reagisce agli attacchi dell'ultimo periodo e alla petizione online che ha raccolto 2'284 firme in pochi giorni con un duro comunicato, dove passa al contrattacco, spiegando la sua verità.

La denuncia dei sindacati per i drivers di Divoora

Unia e OCST avevano denunciato le condizioni a loro dire di sfruttamento subite dai lavoratori dell'azienda (leggi qui). "A tutti sembra chiaro che il diritto al salario e al rispetto della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici siano inviolabili. A tutti tranne a chi dirige e amministra l’azienda Divoora, che in questi anni ha potuto godere di una grande crescita di profitti grazie allo sforzo e al sacrificio dei suoi fattorini", spiegando come si tratta di  "lavoratori seri, professionali e fieri che si impegnano duramente nel loro lavoro. Invece in questi mesi sono stati trattati come dei ragazzini a cui soddisfa racimolare qualche spicciolo qua e là. (...). È oramai è chiaro a tutti che sono tutt’altro che ragazzini, ma sono padri e madri di famiglia, persone che hanno questo lavoro come unica fonte di reddito e che hanno diritto ad un giusto salario per far fronte a tutte le spese mensili necessarie".

Divoora: "Nessuna disponibilità a incontrare Unia e OCST"

Divoora non ci sta. "Il contenuto delle premesse alla petizione, della petizione stessa, la descrizione delle circostanze che hanno portato ad essa, le informazioni riguardanti le nostre condizioni contrattuali e quelle di svolgimento del lavoro, sono tendenziose, incomplete e non corrispondenti alla realtà. Divoora reputa inaccettabili e denigratori i contenuti ed i toni utilizzati nei suoi confronti all’indirizzo dell’opinione pubblica, in particolare laddove l'azienda viene assimilata a speculatori e sfruttatori di mano d'opera", si legge nel comunicato inviato in redazione tramite il legale Rupen Nacaroglu.

Nessuna disponibilità a incontrare i rappresentanti dei sindacati, mentre c'è apertura "a discutere con tutti i suoi collaboratori che ne faranno richiesta, come ha sempre fatto. Essa non è però disposta a dialogare e partecipare ad incontri con i loro rappresentanti, fintanto che questi ultimi continueranno ad utilizzare informazioni incomplete, false e fuorvianti per influenzare l’opinione pubblica a danno dell'azienda".

Non si escludono azioni legali di Divoora contro i sindacati

Anzi, la società è pronta ad agire per vie legali. "Divoora ritiene che le modalità utilizzate da parte dei Sindacati per la campagna informativa, inclusi alcuni tentativi, e non solo, di incitare il boicotto dell’attività chiedendo ai ristoranti partner e ai riders che non stanno appoggiando la loro causa di sottrarsi al servizio, potrebbero avere rilevanza penale. L'azienda si riserva quindi ogni buon diritto ed iniziativa a tutela della propria immagine e reputazione, nonché di quella dei propri numerosissimi collaboratori che non hanno aderito all’iniziativa". Stigmatizza quella che definisce "una campagna denigratoria guidata dai Sindacati UN1A e OCST, a danno dell'immagine aziendale", che addirittura potrebbe mettere "a repentaglio il futuro di 190 dipendenti, di cui 170 riders".

La verità di Divoora: "La nostra proposta inspiegabilmente rifiutata"

Ma in merito alle accuse, che cosa risponde l'azienda? "È importante chiarire che l’85% dei riders da una disponibilità al lavoro che va dal 5% al 60%, a conferma del carattere accessorio della loro attività. Per questi ultimi è l’alto grado di flessibilità che è decisivo: grazie al software messo a loro disposizione possono scegliere quando e quanto lavorare. Per contro è solo il 4% dei riders a dare una disponibilità a tempo pieno". I quali sono stati ascoltati e per loro "l’azienda ha formulato una proposta concreta che soddisfaceva in toto le richieste sottoposte da UN1A e OCST. Questa proposta è stata inspiegabilmente rifiutata dai Sindacati".

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