ZURIGO – Crollo in borsa per Credit Suisse, con il titolo che tocca il minimo storico dopo che il principale azionista Saudi National Bank ha rifiutato di aumentare la sua partecipazione a causa di vincoli normativi. I sauditi hanno escluso la possibilità di fornire supporto finanziario in caso ulteriori richieste di liquidità, e a Zurigo le azioni della banca svizzera hanno perso questa mattina quasi il 22% assestandosi a 1,59 franchi.
A differenza di Silicon Valley Bank, Credit Suisse sembra al riparo - almeno per ora - di una corsa dei creditori e dei depositanti al ritiro delle proprie esposizioni. Ma la fiducia del mercato è fragile e l’istituto è messo molto male: un bilancio con passività per 486 miliardi di franchi alla fine del 2022 e una capitalizzazione di Borsa ridotta ormai a soli 7 miliardi.
Gli spread sui «credit default swap» di Credit Suisse, derivati che assicurano sull’insolvenza di un debitore, sono saliti da 350 punti base (3,5%) all’inizio del mese a 565 di oggi: in altre parole, il mercato sta facendo pagare di più l’assicurazione sull’insolvenza della banca, il cui titolo azionario ha perso il 39% in poche settimane.
Il contagio sul settore bancario covava sotto la cenere – scrive il Corriere della Sera -. E adesso è riemerso alla luce del sole, in attesa delle decisioni della Banca centrale europea e della Federal Reserve nei prossimi giorni.