di Mirko D'Urso*
Qualche giorno fa mi sono permesso di esprimere in modo educato un mio personale pensiero sul testo di una canzone prodotto da una scuola artistica del territorio e sulle immagini del videoclip di questo brano, mettendo semplicemente in risalto l'incoerenza che avevo denotato rispetto alle giuste battaglie del fondatore di quella scuola riguardo a testi inascoltabili che purtroppo troppi pseudo artisti (soprattutto legati al mondo tra) inseriscono nelle loro canzoni e rispetto ai messaggi sbagliati che vengono in questo modo inculcati ai nostri giovani.
In poche parole perché predicare bene e razzolare male?
Questo mio pensiero è lo stesso che centinaia e centinaia di persone stanno esprimendo in queste ore, chi in maniera garbata e chi meno, sui social dello stesso direttore di quella scuola. Sarebbe stato utile un confronto sincero. Al limite poteva bastare una presa di posizione decisa ma garbata.
Invece sono arrivati solo insulti, diffamazioni e denigrazioni. Una risposta violenta che non mi sarei mai aspettato da una persona che per molti giovani della regione è un esempio da seguire (perché negare che abbia avuto successo in passato è assolutamente errato e poco corretto) e che predica la correttezza verbale, condannando giustamente le risposte violente e cattive che aveva ricevuto lui stesso poche settimane fa da migliaia di persone che difendevano J Ax e Fedez. Sono stato attaccato come uomo, come attore, come direttore, come insegnante. Sono stati attaccati i nostri insegnanti musicali e teatrali (quelli di danza credo siano stati risparmiati, ma presumo per una dimenticanza e non per un rispetto nei loro confronti) e ancor più grave sono stati attaccati vergognosamente i nostri allievi.
Io non mi sarei mai permesso di criticare le giovani cantanti di quel gruppo musicali che inseguono giustamente i loro sogni e che hanno glielo auguro tanto bel futuro davanti a loro... o un qualsiasi altro allievo di quella realtà dove insegnano anche professionisti che hanno tutta la mia stima.
Un vomito di odio completamente fuori luogo che non ha fatto altro che denotare la pochezza di questa persona. Parole pesantissime e diffamazioni che potevano essere denunciate e che sarebbero state punite al 100%. Ma questo avrebbe voluto dire dare troppa importanza a quello sfogo immaturo nato sicuramente da anni di odio e di non stima rispetto alla mia persona e rispetto al MAT.
Io credo che con quelle parole si sia giudicato da solo e che nessuna sentenza possa essere peggio del pensiero di centinaia di persone che lo hanno letto e poi "condannato". Inutile dire che probabilmente c'è anche chi avrà condiviso quelle offese gratuite.
È stato però bello ricevere la solidarietà privata di tantissime persone. Genitori, allievi, politici, artisti, direttori di altre scuole. Sarei bugiardo se dicessi che non mi hanno scaldato il cuore. E ne avevo bisogno. E non perché quelle parole mettevano un dubbio rispetto alla qualità artistica che sono certo stiamo portando avanti nella nostra scuola, ma semplicemente perché le parole a volte fanno male anche a chi ha spalle larghe come le mie. Essere offesi e denigrati in quel modo non può non far male. Vorrebbe dire essere senza anima. Anche solo pensare che gente che non ti conosce possa credere anche in minima parte a quelle parole, fa male.
E non ammetterlo sarebbe, quello sì, un segno di debolezza. Si volta pagina. Senza rancore perché non ne vale davvero la pena.
Continuerò ad essere fiero di tutti i miei 35 insegnanti e orgoglioso di avere professionisti di questo livello nella nostra scuola. Continuerò ad essere fiero e orgoglioso di tutti i nostri allievi, da chi è campione svizzero nella sua disciplina a chi ha appena iniziato e magari non ha particolari talenti. Continuerò ad essere fiero e orgoglioso che per noi è prima di tutto importante inculcare ai nostri 800 e passa allievi che l'arte la si fa prima di tutto perché fa bene a cuore e anima, perché grazie allo studio artistico nascono importanti amicizie, nascono amori, nascono relazioni umane. Trasmettere prima di tutto la passione, quella vera, quella sana, senza vendere sogni, ma cercando di dare sempre tutto noi stessi per dare a questi ragazzi gli strumenti per provare a realizzare i loro sogni. Sogni che non devono per forza essere legati al raggiungimento del successo, ma più semplicemente legati al raggiungimento di un obbiettivo personale, indipendentemente da quale esso possa essere.
È vero, la nostra struttura attuale a Pregassona è vecchia, ma per quanto possa essere difficile capirlo, chi la frequenta la ama. La ama nonostante le sue imperfezioni, nonostante quando diluvia ci siano alcune infiltrazioni, nonostante le zanzare facciano lezione insieme a noi.
La ama perché pur essendo vecchia è curata con amore. La ama per le relazioni umane che nascono tra gli allievi. La ama per il rispetto che vige tra insegnanti e allievi. La ama perché in quelle aule ha provato emozioni, ha sudato, si è arrabbiato, ha riso, ha pianto, ha scoperto cose di sé che prima ignorava. La ama proprio perché è imperfetta. Come lo siamo tutti noi, imperfetti. E quando tra un anno o due ci sposteremo in una nuova sede, una sede moderna con tutti i confort possibili, beh quella vecchia sede mancherà a tanti e il giorno che verrà demolita per molti di noi "matti", non saranno solo muri abbattuti e macerie ammucchiate, ma sarà la fine di un periodo importante della nostra vita. E qualche lacrima scenderà sicuramente. Per fortuna resteranno i ricordi. Ricordi indelebili che nessuno potrà mai cancellare dal nostro cuore e dalla nostra mente.
A TESTA ALTA.
*direttore MAT