Politica
04.04.17 - 12:300
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43
Pamini, "progressiste coi pantaloni, ammettetelo: la gravidanza rallenta la crescita salariale delle mamme"
Il deputato di Area Liberale dà una sua spiegazione alla differenza salariale fra i sessi. "I figli hanno un costo sociale altissimo, chi ne ha guadagna meno"
BELLINZONA – Quando scrive un’opinione, spesso essa è destinata a far discutere. Paolo Pamini è da sempre originale e fuori dagli schemi, ma di certo a molte donne non piacerà il suo articolo pubblicato oggi dal Corriere del Ticino.
Il deputato di Area Liberale inizia dicendo che le differenze salariali, anche del 25%, fra uomini e donne, sono ormai una costante, e non si possono neppure giustificare con una differenza di istruzione, visto che spesso questa va a favore del gentil sesso.
Uomo e donna sono, secondo Pamini, “estremamente differenti e complementari”. Questa è la ragione principale per cui essi si uniscono e “quando decidono di vivere insieme, sfruttando a vantaggio della coppia la possibilità di specializzarsi, ognuno in determinate funzioni, anziché occuparsi entrambi di lavorare fuori casa e fare le molte faccende domestiche”.
Dunque, qualche anno fa erano gli uomini ad andare a lavorare, e ciò è spiegabile col fatto che essi avevano “miglior accesso al mercato del lavoro (industriale) e resistenza a sforzi pesanti”. Quando però poi il mondo del lavoro è cambiato, passando ai servizi, ha ridotto gli incentivi per le donne a rimanere a casa. E questo ha portato anche, secondo Pamini, a una differenza nella composizione delle famiglie, con persone con interessi e qualifiche simili che si univano, creando coppie con doppi redditi, diminuendo “il divario salariale all’interno della coppia ma aumentandolo tra donne di diverse famiglie, a seguito di una maggior segregazione sociale”.
Ma le donne continuano a guadagnare meno, perché? “Uno dei punti cruciali che le femministe difficilmente ammettono ma che fa della donna il miracolo biologico che è, si chiama semplicemente gravidanza”. Per Pamini, diversi studi mostrano che i figli riducono di parecchio la crescita salariale della donna. “Solo chi è accecato dall’ideologia non vede che una gravidanza rallenta la carriera professionale della mamma e pertanto la sua progressione salariale”.
Citando studi, spiega come le donne senza figli guadagnino di più rispetto a quelle che invece hanno prole, in particolare se si parla di chi è in possesso di un’alta formazione, mentre al contrario i papà guadagnano di più di coloro che non hanno figli. Non si capisce però quale è la causa e quale la conseguenza, ovvero se è vero che sono gli uomini con maggior reddito a crearsi più facilmente una famiglia.
“Per quanto politicamente scorretto, i figli hanno un chiarissimo costo salariale per la mamma, motivo forse anche della pericolosa denatalità della nostra società”, conclude Pamini, “ma la sensazione è che poche progressiste coi pantaloni sono pronte ad ammettere tale verità conservatrice”.