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26.07.17 - 19:590
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

Gettone da spendere nei commerci locali? "Piuttosto, organizziamo manifestazioni". Gli ostacoli, "come scegliere i negozi?", "non è un costo per l'amministrazione?"

Sull'idea lanciata da David, Delcò Petralli e Lucchini abbiamo sentito quattro Consiglieri Comunali. Vetterli spara a zero, "non è così che si fa politica". E sulla Leuthard dicono che...

BELLINZONA  - Per rilanciare il commercio locale, convertire il 10% delle indennità dei Consiglieri Comunali in buoni acquisto per esercizi commerciali del Bellinzonese. È la mozione che la lanciato ieri il Verde Ronnie David, pensando a Bellinzona, assieme a Michela Delcò Petralli e al comunista Alessandro Lucchini. Un’idea sostenibile? Utile? Abbiamo fatto un giro di pareri fra i Consiglieri Comunali di altre città ticinesi per sondare il terreno, parlando anche del caso Leuthard.

“Sicuramente è una proposta interessante”, ci dice Denise Maranesi, che siede fra i banchi a Chiasso per la sinistra. “Idee analoghe sono già state proposte a più riprese, come per esempio una moneta locale, ma i risultati sino ad oggi non sono stati incoraggianti. I piccoli commerci sono confrontati con altre problematiche, come la concorrenza online, spesso e volentieri gli affitti troppo alti”. Dunque, sarebbe solamente un segnale, “ben apprezzato ma risolverebbe poco o nulla. Parliamo di 60 Consiglieri Comunali col 10% delle indennità da spendere sul territorio, una percentuale anche bassa”.

Sarebbe d’accordo se lo proponessero a Chiasso? “Diciamo nì. A Chiasso abbiamo la Chiasso Card che permette di beneficiare di sconti. Cosa possiamo fare noi consiglieri per dare una mano al commercio? Organizzare magari più attività coinvolgendo anche i commercianti, che è quello che manca. A volte ci sono eventi, il corso è ben frequentato ma i negozi sono chiusi e non sfruttano le occasioni, penso per esempio agli Europei, con tutto chiuso alla domenica. Va tenuto conto comunque che il personale è quello che è e non è facile gestire tutto”.

Maranesi non accusa Leuthard ma non la assolve del tutto. “Ognuno può fare la spesa dove vuole e in Italia si trovano dei prodotti che qui non ci sono. È anche vero però che lei avrebbe potuto dare l’esempio. L’unica cosa che dubito è che lo abbia fatto per risparmiare, probabilmente aveva bisogno di qualcosa che da noi non trovava. A volte è più comodo andare a fare la spesa a 10 minuti dal confine, se parti dal Gambarogno, piuttosto che guidare fino a Locarno o Riazzino”.

A Lugano, Tiziano Galeazzi mette in dubbio la fattibilità dell’idea di David. “A chi verrebbero dati i buoni? Il pubblico non può andare dal privato e sostenerlo, per cui è stata una boutade estiva, simpatica ma non realizzabile. Scegliere un commercio, favorendolo, metterebbe a disagio gli altri. Se alcuni sono convenzionati e concordano, con una carta come quella che abbiamo a Lugano, potrebbe essere possibile”. Piuttosto, a  suo avviso, si potrebbe “fare dei bonus ai Consiglieri Comunali sui costi come elettricità, acqua, eccetera, tutto ciò che è comunale, così abbatti dei costi. Oppure dai dei buoni per stadio o città, se sono comunali. Va bene tutto quel che è pubblico sul pubblico, se invece parliamo di pubblico sul privato non va bene. E tra l’altro, se passo una certa cifra nei buoni va fatto un messaggio municipale che deve essere approvato dal Consiglio Comunale stesso…”.

Insomma, si creerebbero polemiche scegliendo un negozio o un grande magazzino. Ma in questo modo, gli diciamo, non si aiutano i commerci. “Non consumi, è vero, però se ho una riduzione, per esempio, al lido di Lugano, andrei lì e non magari alla piscina di Bellinzona. Così starebbe in piedi”, ribatte l’esponente UDC.

Sennò, come aiutare i commerci locali? Galeazzi è perentorio, “non fare quello che ha fatto la Leuthard. Soprattutto con Schneider Amman che tre giorni prima aveva detto di spendere i soldi in Svizzera...”.

Contrario il locarnese e liberale Gianbeato Vetterli. “Assolutamente no, al giorno d’oggi i Consiglieri Comunali, soprattutto i più giovani, devono inventare qualcosa per farsi sentire, ma non è così che si fa politica. Un po’ come accusare la Leuthard perché ha fatto una commissione in Italia, facciamo ridere. Io sono favorevole, senza costrizioni e con un’etica personale, che un Consigliere Comunale e tutta la popolazione difendano e sostengano l’economia locale. Però non con delle regole, ne abbiamo già talmente tante… Se lo Stato svizzero eliminasse metà delle leggi e si basasse più sull’etica andremmo molto meglio. Si vuole regolamentare tutto, stiamo andando fuori da ogni logica. Oltretutto c’è una questione di libertà delle persone, sono fondamentalmente contrario a obbligare qualcuno a fare qualcosa. La cosa più importante è la responsabilità individuale”.

Il liberale va oltre, senza peli sulla lingua. “A volte mi vien da ridere. Abbiamo creato 65mila posti di lavoro più del necessario e piangiamo perché ci sono altri lavoratori al posto dei nostri, ma è una minima percentuale. Dovevamo pensarci prima pianificando il territorio come nella Legge urbanistica del 1968, ora abbiamo consumato una gran parte di territorio per creare i posti di lavoro e ci lamentiamo. Se questa è crisi, ben venga la crisi. Parliamo anche di turismo, importante nel nostro Cantone: lì dovremmo fare qualcosa, i nostri concorrenti diretti come l’Italia, la Francia e l’Austria hanno uno stato che fa molto di più. Noi siamo troppo politicizzati, bisognerebbe sostenere l’economia privata, e non pensare per forza che il privato rubi o imbrogli. Il lavoro è qui, non dando i buoni ai Consiglieri Comunali: è la strada sbagliata”.

E sulla Leuthard e la sua spesa, “non è del mio partito e dunque non difendo una compagna di partito, ma l’etica personale. Questa signora è molto rispettosa di queste cose e se ha fatto una commissione a Maccagno, vicino a dove è in vacanza, va bene, ci mancherebbe. Facciamo proprio ridere, vorrei vedere che cosa fanno quelli che criticano. Sono convinti che sono i primi incoerenti!. Mi fa rabbia, abbiamo dei problemi e dovremmo risolvere quelli”.

A Mendrisio abbiamo interpellato il leghista Massimilano Robbiani. "Personalmente non mi darebbe fastidio, in quanto il "gettone" comunale viene già o speso nei negozi della regione o in  ristoranti anch'essi del posto. Credo però che questa operazione potrebbe comportare un ulteriore dispendio di energie da parte dell'amministrazione comunale per poter gestire tutto. Diciamo che a conti fatti quella che dovrebbe essere un buona operazione alla fine potrebbe diventare un'ulteriore spesa amministrativa per il comune. Confido nel buon senso dei consiglieri comunali, e lasciamo le cose come stanno". Dunque, l'idea è buona, ma il suo è un no.

E per quanto riguarda la Ministra, "pens,o a prescindere da chi è stato "pizzicato" a fare la spesa in Italia, che i cittadini di ceto medio e alto non dovrebbero assolutamente fare la spesa oltre confine. Posso capire chi , per forza di cose, non riesce assolutamente a sbarcare il lunario per arrivare alla fine del mese. In ogni caso la maggioranza di chi va a fare la spesa in italia non hanno delle grandi difficoltà economiche. Dico questo perché si vedono spesso ticinesi che si recano in italia a fare la spesa con auto di una certa cilindrata e costose. Aiutiamo l'economia ticinese con i fatti e non con le parole. I fatti sono, spendere i soldi In Ticino. Facciamo girare l'economia locale, per il bene di tutti!!".


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