LUGANO – Ticinesi che si trasferiscono in Italia e continuano a lavorare in Svizzera, un nuovo modo insomma di intendere il frontalierato. Perché se lo stipendio è troppo basso per poter vivere agiatamente in Ticino, in Italia è possibile farlo, e si può anche avere, spesso e volentieri, una casa di proprietà.
Una provocazione simile la lanciò, suscitando grande scalpore anche su qualche media lombardo, il consigliere comunale Giovanni Albertini.
Il pipidino luganese non è certamente l’unico a pensarla così, i casi di chi si è trasferito e di chi desidera farlo aumentano. Adesso anche un leghista sembra non disdegnare l’idea.
Omar Wicht è consigliere comunale a Lugano, come Albertini, anche se nelle fila del Movimento di via Monte Boglia. Qualche tempo fa, pubblicammo un suo contributo inerente alla spesa in Italia. “Spesso e volentieri, nei discorsi ricorrenti della gente in Ticino, si punta il dito sul fatto che molti ticinesi vanno a fare la spesa in Italia. A mio modo di vedere, andare a fare la spesa in Italia nei centri commerciali, purtroppo oltre ad essere estremamente vantaggioso, è anche una risposta parallela al nostro sistema ticinese, a ciò che quotidianamente subiamo sulla nostra pelle e mi spiego: fare la spesa oltreconfine, è un po’ come gli imprenditori locali che fanno la spesa” di operai frontalieri a discapito dei Ticinesi”, scriveva Wicht.
Che ora spiega di voler prendere sicuramente in considerazione l’idea di spostarsi, magari verso Porlezza. Il tema è stato discusso sulla pagina Facebook di Rumors, dove un utente ha chiesto se ci fosse “qualche svizzero che è andato a vivere in Italia e lavora in Svizzera,facendo così, il frontaliere”.
Tra le risposte, tra qualche caso concreto, chi vorrebbe farlo e chi non vede di buon occhio l’idea, spuntano le prese di posizione di Albertini, che ricorda la sua provocazione e appunto di Omar Wicht. “Calcolando che da noi un 3,5 costa 1600.- più spese, a Porlezza mi pare che con 700 euro ci stai dentro. Lo prenderò in considerazione sicuro”.
Dato che la frase è comparsa in un contesto social e non assolutamente politico, abbiamo provato a interpellare Wicht per una conferma e un commento, senza riuscirci.
Non si discute ovviamente la libertà di scelta di ciascuno, però il fatto che un politico leghista pensi ad andare a vivere in Italia è uno spunto di riflessione.