BERNA – Svizzera e UE dicono di essere in buoni rapporti, qualcuno ne dubita e ritiene troppo sbilanciata a favore dell’Unione Europea, senza contropartite, la politica rossocrociata. Marco Chiesa è preoccupato anche per l’accordo sulle indennità di disoccupazione dei frontalieri.
Esso dice che “per venire incontro ai timori dei frontalieri la Commissione e il Parlamento hanno deciso che le indennità disoccupazione possano essere "esportate" per 15 mesi nel caso in cui una persona sia disoccupata e desideri trasferirsi in un altro Stato per cercare lavoro. Una regola che si applica non solo ai frontalieri ma a tutti i cittadini comunitari. Chi invece si é stabilito all'estero per lavorare può "esportare" le prestazioni in un altro Paese UE solo per sei mesi”.
E la Svizzera? Come dovrebbe comportarsi?
In proposito il democentrista ha posto delle domande al Consiglio Federale, per capire sino a che punto eventualmente l’UE potrà “punire” la Svizzera se non si adattasse: emerge chiaro il parere di Chiesa sui rapporti fra i due enti.
“ 1. A quanto ammonterebbe la fattura per il nostro Paese se questo compromesso giungesse in porto?
2. La Svizzera potrebbe decidere liberamente di non accettare questa normativa europea?
3. Il popolo svizzero sarebbe chiamato ad esprimersi in proposito?
4. È plausibile prevedere delle rappresaglie europee nel caso in cui dovessimo rifiutare l'adozione di queste regole?
5. L'accordo istituzionale in consultazione ci obbligherebbe a riprendere queste regole? In caso contrario subiremmo delle misure compensatorie, o di ritorsione, certe e quantificabili?
6. Nell'accordo istituzionale é previsto che sia il diritto europeo a mezzo delle decisioni della Corte di giustizia europea a dettare legge in Svizzera e a determinare le decisioni del tribunale arbitrale?
7. In questo caso, non accettando la ripresa di queste regole, saremmo conseguentemente sanzionati questa volta avendo noi stessi firmato la nostra condanna?”