BELLINZONA – Se la Svizzera recepisse le nuove norme UE, quelle secondo cui “i lavoratori frontalieri devono far valere le proprie pretese nell'ultimo paese di occupazione, il quale deve pagarli anche se vivono in un paese il cui costo della vita è molto più basso”, “la spesa della confederazione e le casse di disoccupazione verrebbero caricate di ingenti oneri. La SECO prevede un aumento del costo di diverse centinaia di milioni di franchi svizzeri”, a fronte di 320mila frontalieri.
La Lega dei Ticinesi è preoccupata, e col il suo capogruppo Daniele Caverzasio inoltra un’iniziativa per far sì che la Svizzera non si uniformi all’Unione Europea. Infatti, si legge nel testo, “il Consiglio Federale afferma che la Svizzera non è obbligata ad adottare questa nuova legge UE. Per questo motivo, il Consiglio federale è chiamato a comunicare chiaramente in seno al comitato misto con l'UE che la Svizzera non accetterà tali cambiamenti”.
Dunque, la proposta di Caverzasio è: “Il Canton Ticino chiede alla Confederazione attraverso un’iniziativa cantonale secondo l’art. 160 cpv 1 della Costituzione Svizzera, di rinunciare alla ripresa e applicazione delle normative comunitarie UE sul sostegno ai lavoratori transfrontalieri disoccupati in Svizzera”.
Qualche tempo fa l’UDC con Lara Filippini aveva inoltrato un’iniziativa quasi identica nei contenuti, più precisamente il 17 settembre.