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10.11.22 - 09:080

Per la destra, ridurre i prelievi fiscali. Per la sinistra, aumentare gli aiuti. Morisoli: "Noi vogliamo che il cittadino sia libero"

Nel dibattito andato in scena a Matrioska si sono confrontate due visioni radicalmente diverse. Il rappresentante dell'UDC aveva con sè una chiave inglese, ritenuta simbolica. Bignasca: "Ogni dipartimento tagli il budget del 2%"

MELIDE – Confronto acceso, martedì sera a Matrioska, tra centro destra e centro sinistra. Sergio Morisoli, capogruppo dell’UDC ha portato in studio una chiave inglese. “É la sintesi di questo confronto politico", ha spiegato. "Per noi lo Stato è un mezzo, non un fine come per la sinistra. È un mezzo che bisogna adoperare bene, come la chiave inglese, per stringere delle cose e per allentarne altre, per smontare delle cose e rimontarle meglio”.

Nessuno di noi vuole abolire lo Stato, ha aggiunto Morisoli, ma bisogna dargli il ruolo giusto: “Quindi la sua modernizzazione passa anche dal risanare le finanze e dal capire cosa bisogna stringere di più, per esempio la spesa, o certe fonti di spesa, e certi sussidi, e cosa bisogna invece allentare, come la fiscalità”.

Gli ha replicato il capogruppo socialista Ivo Durisch: “Quando i cittadini sono costretti a risparmiare è perché non hanno soldi in tasca e non c’è più niente da portargli via. Quando devono stringere la cinghia lo Stato deve aiutarli. La vostra ricetta non funziona, o funziona solo per i ricchi. In Ticino è aumentato il numero di persone esenti da imposte, che sono il 27% dei contribuenti, e al tempo stesso sono aumentati i benestanti. Il ceto medio si è eroso. Se vogliamo trovare un’unità di intenti dobbiamo aiutare il ceto medio”.

La duplica di Morisoli: “Voi volete la dipendenza del cittadino dallo Stato. Noi vogliamo invece lasciarlo libero”.

Ma la libertà, ha ribattuto Durisch, è fatta anche dall’avere soldi in tasca. Insomma, un’area politica punta sulla riduzione dei prelievi fiscali (imposte e tasse varia), l’altra sull’aumento degli aiuti. Due visioni diverse che difficilmente troveranno punti di convergenza, soprattutto in campagna elettorale.

In studio c’erano anche Boris Bignasca, capogruppo della Lega, e Samanta Bourguin per i Verdi, e collegati in Skype Claudio Isabella, per il Centro/PPD e la deputata del PLR Cristina Maderni. Sul tavolo del dibattito, alcuni temi politici di stretta attualità: l’iniziativa popolare lanciata dalla Lega per dedurre integralmente i premi di cassa malati dalle imposte (Basta spennare il cittadino), quella per rendere fiscalmente neutra la revisione delle stime immobiliari ancorando il principio nella Costituzione (sostenuta da UDC, Lega, PLR e PPD/Centro), quella lanciata dall’UDC, con il sostegno di PPD/Centro e PLR, per abrogare la tassa di collegamento che dovrebbe entrare in vigore nel 2025, oltre a quella appena approvata dal popolo per la riduzione delle imposte di circolazione.

Insomma, il centro destra si sta aggregando (con posizioni a geometria variabile a dipendenza dei temi) su una serie di progetti politici volti a sgravare (o a non aumentare) il carico fiscale sui contribuenti.

Bignasca ha riassunto così la posizione della Lega: “Abbiamo un piano per far risparmiare ai cittadini circa mille franchi all’anno. Il primo passo è stata la riduzione dell’imposta di circolazione, che vale in media 250 franchi, il secondo è la deduzione dei premi di cassa malati per i figli, che vale tra imposte cantonali e comunali circa 230/250 franchi. Poi c’è la nostra iniziativa per la deduzione integrale dei premi, e qui sono altre centinaia di franchi di risparmio per il ceto medio. Un piano concreto e applicabile da subito”.

Però se si riducono, o non si aumentano, le entrate fiscali, bisogna trovare i soldi per far quadrare i bilanci del Cantone, con l’obiettivo del pareggio entro il 2025 dettato dal “Decreto Morisoli”, approvato dal popolo in maggio. Compito non facile, con un preventivo 2023 che indica 80 milioni di disavanzo, ai quali si sommeranno i circa 130 milioni di franchi che quasi certamente non arriveranno dalla Banca Nazionale (posta che il Governo ha comunque messo a preventivo).

La ricetta di Bignasca: “Ci sono 5 dipartimenti con i relativi capi divisione, capi sezione e capi ufficio. Bisogna spiegare ai funzionari dirigenti che non c’è più spazio per aumentare le spese e che bisogna risparmiare subito il 2% del budget, altrimenti si dovranno fare tagli lineari. Il 2%, non il 10… questo per dire che siamo un centro destra ragionevole”.

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