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17.12.22 - 13:280

Bertoli alza la voce: "Una vergognosa campagna contro Carobbio. Le dimissioni non cambierebbero nulla"

Il Consigliere di Stato si chiama fuori per una eventuale sostituzione a tempo della collega data la mancanza di un accordo tra i partiti e attacca: "Il dibattito politico meriterebbe ben altro ma di questi tempi..."

di Manuele Bertoli*

Una campagna vergognosa contro Marina!

Detto che non intendo candidarmi per nessuna funzione nazionale in ottobre 2023 e che, mancata la premessa dell’accordo di tutti i partiti rappresentati a Berna, non sono implicato nell’ipotesi di soluzione politica proposta dal Partito Socialista Ticino, mi sento libero di dire quel che penso della campagna contro Marina Carobbio in atto da qualche tempo. È semplicemente vergognosa!

Le si chiede di dimettersi da una carica politica alla quale è stata eletta per “risolvere” un problema di calendario causato solo dalla Costituzione cantonale, la quale fissa le elezioni cantonali in aprile, che per caso cadono nello stesso anno in cui si vota per le cariche federali. Problemi di calendario che, in assenza di un accordo politico, comunque rimarrebbero del tutto irrisolti.

Le eventuali dimissioni cambierebbero qualcosa quanto all’organizzazione dell’elezione complementare? No, la legge prevede questa elezione in ogni caso (benvenuti nel maggioritario), compresi i suoi costi. L’abbinamento di almeno un turno con una votazione federale o cantonale per ridurre le spese rimane sempre possibile in tutti i casi, è auspicabile ed accadrà di certo.

Le eventuali dimissioni cambierebbero qualcosa per la mancata presenza di un/a senatore/trice ticinese a Berna? No, in ogni caso l’assenza sarebbe per una sessione, o quella di marzo o quella di giugno, ma non meno e non più di una sessione in ogni evenienza.

Le eventuali dimissioni annunciate oggi per aprile permetterebbero di garantire al/alla nuovo/a senatore/trice di entrare in funzione nella sessione di marzo? No. Ammesso e non concesso che la legge permetta l’organizzazione di questa elezione prima della vacanza effettiva, se da aprile a fine giugno non si riescono ad organizzare due turni, men che meno lo si potrà fare entro fine febbraio.

Cambia davvero qualcosa se il/la nuovo/a senatore/trice potrà partecipare a una sessione (settembre) o due (giugno e settembre)? No, perché in ogni caso l’elezione che conta sarà quella di ottobre e novembre per il prossimo quadriennio.

È opportuno cambiare la legge elettorale adesso? Non credo proprio, gli escamotages ad personam sono sempre malvenuti.

E allora, se non c’è alcuna differenza e se non si è voluto trovare una soluzione politica, di cosa stiamo parlando? Come sta succedendo a Berna, dove si sta cercando di accollare ad Alain Berset l’onere di “risolvere” il problema della mancata rappresentazione delle città in Governo nazionale dopo le recenti scelte dell’Assemblea federale, anche da noi accade la stessa cosa, con il tentativo di accollare a Marina la “soluzione” del problema, causato da leggi e Costituzione, delle due elezioni ravvicinate. Una vergogna, condita con consigli interessati, quelli dei partiti, o farciti di faciloneria democratica, quelli dei commentatori politici. Il risultato è il discredito gratuito, perché gli effetti delle dimissioni richieste sarebbero risibili o nulli.

Il dibattito politico meriterebbe ben altro, i temi non mancano, ma probabilmente di questi tempi non ci si può attendere molto di più.

*Consigliere di Stato

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