BELLINZONA – Per quale motivo il Dipartimento dell’educazione si rifiuta di indicare alla Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) i nominativi dei docenti condannati per reati a sfondo sessuale? È la domanda principale che il Movimento per il socialismo pone al Governo in un’interpellanza presentata oggi. Uno dei primi atti parlamentari della nuova legislatura e il primo rivolto alla nuova direttrice del Dipartimento, Marina Carobbio.
“Dal 2004 – si legge nel testo - la Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) tiene - sulla base dell’articolo 12bis dell’Accordo intercantonale sul riconoscimento dei diplomi scolastici e professionali - un elenco dei docenti a cui è stato revocato il diritto all’insegnamento in seguito ad una condanna penale. L’inserimento in tale elenco è ben codificato ed il diretto interessato ha tutti gli strumenti per ricorrere contro tale decisione.
La maggior parte dei docenti inseriti in questa lista sono stati condannati per reati a sfondo sessuale.
Tale elenco non è accessibile al pubblico ma unicamente, su richiesta, alle autorità dei vari cantoni. Vale inoltre la pena rilevare che alle autorità cantonali che richiedono informazioni non viene segnalato il motivo per cui la persona è inserita nell’elenco.
Nel 2018 la Sonntagszeitung faceva osservare come il Canton Ticino non avesse comunicato alla CDPE i nominativi dei docenti condannati per reati (a sfondo sessuale) malgrado, già a quel momento, vi fossero in Ticino casi che avrebbero dovuti essere inseriti nella lista.
Il domenicale forniva un elenco di casi che in Ticino erano emersi dopo il 2015, sottolineando che tuttavia sulla lista non è presente nessuno degli insegnanti in questione. Le segnalazioni sarebbero dovute giungere direttamente dal Dipartimento dell’educazione, ma determinati cantoni non partecipavano alla compilazione della lista nera.
Il 2 maggio 2023 il Tages Anzeiger ritorna, a distanza di 5 anni, sul tema dell’elenco dei docenti ai quali è stato revocato il diritto all’insegnamento a seguito di condanne penali. Dall’inchiesta del giornale risulta che il DECS avrebbe finora continuato a rifiutarsi di comunicare i nominativi dei docenti condannati penalmente per reati a sfondo sessuale. Nello stesso articolo si afferma che la neo direttrice del DECS, Marina Carobbio Guscetti, avrebbe affermato di essere interessata, in futuro, ad approfondire la questione”.
Seguono le domande al Consiglio di Stato:
1. L’Accordo intercantonale sul riconoscimento dei diplomi scolastici e professionali è un atto vincolante anche per il Canton Ticino?
2. Se sì, per quale ragione il DECS non ha mai dato seguito al suo obbligo di indicare i nominativi dei docenti condannati per reati a sfondo sessuale?
3. Dopo la pubblicazione dell’articolo del 2018 il Consiglio di Stato si è chinato sulla problematica e ha chiesto all’allora direttore DECS, Manuele Bertoli, per quali ragioni l’Accordo inercantonale su questo punto non veniva rispettato?
4. Dal 2004 ad oggi quanti sono stati i docenti condannati in Ticino per reati a sfondo sessuale?
5. Non ritiene di dover procedere, in tempo brevi, a “regolarizzare” la posizione del Cantone su questo punto?