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15.02.22 - 10:520

La zebra è bianca a righe nere o...? E perché i cavalli "ridono"?

Ticinolibero inizia oggi una collaborazione con la rivista ticinese anima.li. Ecco tre curiosità

Ticinolibero inizia oggi una collaborazione con la rivista ticinese anima.li. A questo link informazioni sul periodico e sulle modalità di abbonamento. Iniziamo da alcune curiosità che riguardano zebre, cavalli e camaleonti.

LA ZEBRA È BIANCA A RIGHE NERE O NERA A RIGHE BIANCHE? - È nera a strisce bianche! Sorpresi vero? Nonostante oggi la parte bianca del corpo delle zebre prevalga su quella nera, gli zoologi ritengono che gli antenati della zebra fossero tutti neri (o comunque scuri) e che le strisce bianche siano comparse in seguito. Ma perché è successo?

Probabilmente perché il bianco attira di meno insetti come i tafani, che si nutrono di sangue e possono diffondere malattie . Le zebre nere che avevano qualche macchia bianca, hanno avuto nel corso del tempo più possibilità di sopravvivere ad epidemie. Si sono accoppiate tra loro, favorendo la nascita di zebre sempre più bianche...e sempre meno molestate dagli insetti!

PERCHÉ I CAVALLI “RIDONO”? - Il flehmen, detto anche RISO EQUINO, è un comportamento del cavallo caratterizzato da arricciamento del labbro superiore, estensione del collo e sollevamento della testa. È un atteggiamento tipico di molte specie di mammiferi che serve a facilitare il passaggio delle sostanze odorose verso l’organo vomero nasale. Tirare in su il labbro superiore permette al cavallo di chiudere le narici e trattenere così l’odore all’interno dell’apparato olfattivo. Tale comportamento si osserva prevalentemente tra gli stalloni soprattutto quando ci sono femmine in calore nelle vicinanze: la loro urina e le loro secrezioni sono infatti ricche di ferormoni che stimolano la risposta sessuale del maschio. Il flehmen tuttavia può anche essere una banale reazione nei confronti di odori sgradevoli o pungenti come il fumo o la vernice.

I CAMALEONTI HANNO OCCHI INDIPENDENTI - Questi rettili non sono curiosi solo nell’aspetto, ma anche nel modo in cui guardano il mondo. I loro occhi sono infatti capaci di muoversi in maniera autonoma, seguendo ciascuno un oggetto diverso. Ma al momento di concentrarsi sulla preda convergono sullo stesso obiettivo, passando alla visione stereoscopica che consente di percepire con precisione la profondità di campo e, di conseguenza, attivare la lingua.

 

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