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Il Blog di Don Gianfranco
16.06.24 - 10:330

"Gli orrori della guerra: in questo mondo disumano noi non c'entriamo per nulla?"

Don Gianfranco Feliciani riflette sulle atrocità dei conflitti: "Che siano dei mostri o degli alieni venuti da un altro mondo questi uomini capaci di così orrendi crimini?"

di Don Gianfranco Feliciani

Tutti noi restiamo giustamente inorriditi davanti alle crudeltà compiute dai soldati che fanno la guerra. Rimaniamo senza parole quando sentiamo di asili e di ospedali bombardati (con il pretesto di stanare il nemico), di donne in fin di vita violentate e di neonati sgozzati… Che siano dei mostri o degli alieni venuti da un altro mondo questi uomini capaci di così orrendi crimini? Ci viene spontaneo pensarla in questo modo, come a voler prendere subito le distanze da una tragedia, quella appunto della guerra, nella quale chiaramente riteniamo di non c’entrare per nulla! Ma davvero è così?

E se quei soldati divenuti carnefici senza più umanità fossero anche loro alla fine delle vittime? E se fossero stati per primi abusati e drogati dai loro capi militari allo scopo di annebbiare nelle loro menti ogni sensibilità morale? Quante volte tutto questo è accaduto durante le guerre!

E ancora: ed è proprio così vero che in questo andazzo disumano del mondo noi non c’entriamo per nulla? La guerra è sempre un’esperienza-limite. È una sorta di “apocalisse”, nel senso di “rivelazione” del significato profondo e misterioso della realtà, proprio perché porta all’estremo la condizione umana di fragilità.

FRANZ ROSENZWEIG, filosofo e scrittore tedesco, concepì il suo capolavoro, “La stella della redenzione” (1921), proprio mentre era impegnato, come soldato, nelle trincee della prima guerra mondiale. Annota nel suo diario: “Credevo che nella guerra ci fosse almeno un po’ di nobiltà. So che esiste. Si raccontano tante storie, e alcune devono per forza essere vere. Ma io vedo soprattutto uomini normali che cercano di fare il bene, schiacciati dall’orrore, dall’incapacità di placare la rabbia che provano, dal desiderio di essere più forti delle circostanze. Eppure, ho la sensazione che in questo luogo vi sia più rettitudine che in patria, nella nostra patria ingorda, grassa, malata di sesso, consumista e materialista, dove la pigrizia ci impedisce di vedere le nostre colpe. Qui, almeno, si ha la decenza di preoccuparsi dell’inferno”.

Individualismo, indifferenza, egoismo, cinismo… anche questi atteggiamenti passivi sono fonte di violenza e di crudeltà. Diceva Albert Einstein, grande scienziato e grande amico della pace: “Non temo tanto quelli che fanno il male, temo assai di più la moltitudine dei cosiddetti ‘buoni’ che non fanno nulla per combattere il male”.

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