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Il Blog di Don Gianfranco
12.11.23 - 15:120

"Guerre in tutto il mondo. E Dio che fine ha fatto?"

Don Gianfranco Feliciani è convinto che "non se ne è andato, non è assente". A suo avviso, la vera novità del cristianesimo è l'amore onnipotente e insieme debole, rappresentato da Gesù crocifisso e invita, per capire, a convertirsi al Vangelo

di Don Gianfranco Feliciani*

Il Dio che Gesù di Nazaret ci ha narrato non è quello delle nostre perverse proiezioni, ma è il Padre dei cieli capace solo di amare. È il Padre misericordioso che all’ingratitudine dei suoi figli risponde sempre con il perdono, e alla violenza e all’odio con la debolezza e la potenza della sua tenerezza. In Gesù Figlio di Dio, nato uomo come noi, morto in croce come un delinquente e risorto il terzo giorno, è pienamente svelato all’uomo il mistero dell’amore invincibile di Dio. Amore onnipotente e insieme debole, sconfitto, crocifisso! Sta qui l’inaudita novità del cristianesimo! Non è un semplice ritocco a quella che potremmo chiamare la naturale concezione di Dio, ma un vero e proprio capovolgimento. Commentando questo “scandalo” padre Turoldo faceva questa provocazione: “Prima di diventare cristiani è necessario diventare atei”, nel senso che occorre prendere le distanze da tutte le distorte proiezioni su Dio e convertirsi al Vangelo.

E si tratta di una conversione che non può dirsi mai compiuta, perché la tentazione idolatrica di rappresentare Dio a nostra immagine è sempre latente. Il sogno di un Dio onnipotente e castigatore, se da un lato ci spaventa, dall’altro ci seduce sempre. È solo contemplando Gesù che possiamo essere liberati, non semplicemente in astratto, dalla tentazione idolatrica del Dio onnipotente, ma anche dalla tentazione di farvi ricorso concretamente. Non scordiamo, infatti, che l’istinto del “sacro” ha sempre generato anche molta violenza. Una violenza che rimane sempre latente e dalla quale fatichiamo a convertirci.

Le atrocità commesse dai cristiani nella storia hanno dell’incredibile! Ma ha ugualmente dell’incredibile anche la stupefacente disinvoltura con la quale sono state immortalate quelle atrocità adornando le chiese con gli stessi strumenti usati per commetterle. Tombe di re e regine, di pontefici e vescovi, di martiri e santi; monumenti di tiranni e conquistatori; statue e immagini di cavalieri e soldati bardati di tutto punto per la guerra: in tantissimi luoghi di culto, tra affreschi e quadri raffiguranti vittorie militari – attribuite all’intercessione di madonne e di santi (come la “madonna bombardiera” della chiesa di Pazzalino) – sono messi in mostra corazze, scudi, elmi, spade, pugnali e perfino cannoni… come se tutto questo potesse tranquillamente rientrare nella logica del Vangelo!

Che fine ha fatto Dio in questo nostro mondo insanguinato da guerre crudeli? No, non se ne è andato, non è assente. Ma è più presente che mai nelle storie, nei volti, nelle lacrime e nei corpi straziati degli innocenti, dei poveri, dei deboli, dei bambini! È lì che Dio si rivela. Dice Gesù nel Vangelo: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me… Tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me” (Matteo 25,40.45).

*arciprete di Chiasso

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