Cronaca
05.01.18 - 19:180
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17
Quattro accusati, una serie varia, lunga e grave di reati. Il caso permessi facili finisce alla sbarra
Il titolare della Aliu Big Team, fulcro della cupola, il fratello, un dipendente cantonale nel frattempo licenziato e la sua compagna sono stati rinviati a giudizio per il caso che scosse l'Ufficio Migrazione qualche mese fa
BELLINZONA - Partito praticamente in parallelo, a livello temporale, al caso Argo 1, aveva fatto scalpore per il coinvolgimento di diversi dipendenti cantonali. Poi, il clamore era un po' scemato, ma ora, come anticipa la RSI, i principali protagonisti andranno alla sbarra.
In quattro sono stati infatti rinviati a giudizio. Fra di essi, il titolare dell'azienda Alio Big Team, fulcro di tutta la cupola, che con la sua ditta assumeva, creava permessi e distribuiva personale con permessi falsi anche nel resto della Svizzera. Con lui, a processo il fratello, oltre ad un impiegato della Migrazione (nel frattempo licenziato) e una ex-dipendente, sua compagna. A legare il gruppo c'erano in effetti legami, oltre che lavorativi e "truffaldini", di amore e amicizia, spesso nate all'interno degli stadi.
Per tutti e quattro, l'accusa è di ripetuta incitazione aggravata all’entrata, alla partenza e al soggiorno illegali. Il titolare della Aliu Big Team e il fratello dovranno rispondere anche di ripetuto inganno aggravato nei confronti dell’autorità.
Non è finita: per l'imprenditore ci sono le accuse di tratta di esseri umani, ripetuta corruzione attiva e ripetuta falsità in certificati, per l'ex dipendente cantonale di ripetuta corruzione passiva, ripetuta falsità in certificati e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti.
Insomma, reati vari e gravi, in particolare per i due. Al fratello dell’imprenditore vengono contestati anche ripetuto riciclaggio e ripetuta falsità in certificati, alla donna favoreggiamento alla contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti.