MILANO - La caduta di Chiara Ferragni null'altro è che la conseguenza della perdita improvvisa dell'appoggio da parte di realtà economiche che ne avevano fatto la portavoce, utilizzandola fino a quando è stata necessaria. Ora sarà ben presto sostituita da una influencer simile a lei, magari "più fresca, più giovane e ancora più smaliziata". È l'opinione di Stefano Zecchi, filosofo ed ex professore ordinario di Estetica all’Università di Milano, che non crede affatto alla buona fede della moglie di Fedez e la vede in ogni caso come una sorta di pedina del capitalismo.
"Io penso che il fenomeno Ferragni si stia sgonfiando ad opera della stessa mano che l’aveva insufflato. Oggi è stato deciso che la bolla doveva scoppiare, mi riferisco a quelle potenti realtà economiche che hanno adoperato Ferragni come front-woman. Sono loro i burattinai della ragazza. Non mi spiego altrimenti questa caduta repentina degli dei della Rete, se non per via dell’improvviso voltafaccia di alcune grandi entità economiche che d’improvviso hanno sottratto l’appoggio", ha spiegato, in modo crudo, a La Verità. E per il marito Fedez vale lo stesso.
I due sono ritenute "persone con centinaia di metri quadri di appartamenti trasformati in officine di comunicazione, molto intelligenti, molto furbe, e anche molto ben gestite", che ora però verranno sostituite. Gli influencer in generale per Zecchi si inseriscono in un vuoto educativo e cercano di catturare persone insicure e deboli, dicendo che la vita è tutto e subito e portando un modello di fluidità che porterà a una perdita di punti di riferimento.
Una visione catastrofica, in cui la Ferragni è paragonata a Wanna Marchi, la quale però "si limitava a promettere bellezza, salute e amore. Ferragni invece suggerisce come ritrovare il senso della vita. Attraverso il consumo di occhiali e panettoni con il suo marchio, il follower conquista una visione del mondo, perdendo al contempo la possibilità di ragionare con la propria testa".