CHIASSO - Alta tensione a Chiasso. La vicesindaco leghista Roberta Pantani ha pubblicato oggi sul Mattino un articoletto al veleno, dopo essere stata attaccata per la vicenda dei chierichetti di colore in chiesa. E chiama in causa i suoi colleghi del PLR e l’ex municipale socialista Marco Ferrazzini, oggi consigliere comunale.
“Dopo settimane – scrive Pantani -, la vicenda dei chierichetti tiene ancora banco: segnale che la politica chiassese non ha proprio nient’altro di che preoccuparsi. Sebbene la sottoscritta abbia pubblicamente dichiarato le sue scuse nei confronti della famiglia, che suo malgrado, si è ritrovata ad essere al centro dell’attenzione, la sinistra chiassese, capitanata dal negoziante di Via Guisan e sostenuta dal redattore regionale del quotidiano indipendente, non poteva certamente farsi sfuggire l’occasione di diventare protagonista del Consiglio comunale di lunedì.
E bravo Ferrazzini! Un plauso al burattinaio rosso che con la mossa di chiedere le dimissioni della sottoscritta dalla carica di vicesindaco, ha chiamato alla cassa il PLR chiassese.
Ebbene sì, per chi non l’avesse ancora capito, lo scambio di voti tra PLR e sinistra che ha portato all’elezione di Bruno Arrigoni, della ex first lady (Sonia Regazzoni-Colombo, ndr) e a quella di Davide Dosi, era una cambiale in bianco, la cui data di incasso e importo sono stati messi con l’inchiostro simpatico dalla sinistra.
E gli interessi, da strozzini, sono da pagare fino in fondo. I PLR hanno fatto la figura dei sempliciotti, pensando che a cose fatte, elezioni vinte, tutto sarebbe stato dimenticato.
D’altronde, ricordiamo tutti come Arrigoni ad un certo punto arrivò pure a consigliare al Ferrazzini di comperarsi un cagnolino pur di non impicciarsi di cose cittadine. Il consiglio è stato seguito, ma invece di comperare un cagnolino, l’anziano Lider Maximo ha comperato un cerbero di mitologica memoria e lo ha mandato all’attacco del PLR che ora non sa più che pesci pigliare: qualsiasi decisione prendano, è quella sbagliata e non sarà priva di conseguenze.
Se il Municipio considerasse l’interpellanza come provocazione di un gruppo politico e come tale, rispondesse che per quanto lo riguarda si tratta di una questione ornai chiusa con il comunicato fatto alcune settimane fa e che si augura non si ripeta, si aprirebbe un fronte di guerra con la sinistra chiassese, a cui non possono non dare retta, in vista delle comunali del 2020.
Se invece seguissero quanto richiesto nell’interpellanza, ossia levare il vice sindacato alla sottoscritta, si aprirebbero due fronti, uno quello legale, che li trascinerebbe in una querelle buia e tempestosa (mai sentito parlare vero dell’art. 89 LOC?) e l’altro quello politico: cosa direbbero gli elettori PLR (quelli veri, quelli che della sinistra non vogliono sentir parlare) dei loro eletti, manovrabili e ricattabili da un ex di sinistra estrema, ricordato soprattutto per i suoi modi “gentili ed educati” e le cui gesta durante la sua carriera politica si limitano ad aver lasciato lo scranno di fretta e furia quando si presentò l’occasione di occuparne un altro molto meglio retribuito?
Che l’interpellanza fosse unicamente lo strumento per mettere sotto scacco i due eletti PLR lo hanno capito anche i sassi. Che ci azzeccherebbe infatti la strenua difesa dell’arciprete chiassese da parte di un esponente tra i primi firmatari dell’iniziativa Ticino Laico? E che ci azzeccherebbe l’accusa di essere “indegna” della mia carica, quando nulla, ma proprio nulla, da quella parte si è sentito quando una loro eletta è stata condannata per aver fatto passare immigrati clandestinamente (Lisa Bosia Mirra, ndr)?
Oggi per convenienza pura e semplice, il condottiero della sinistra chiassese ha restaurato la Santa Inquisizione, trasformandosi nel Torquemada ”de noantri”.
Per accendere il rogo, lui l’accendino se Fé già procurato, i due PLR in Municipio gli stanno portando la paglia, ma sono così tanto presi dal loro ruolo che non si stanno accorgendo di essere loro le vittime sacrificali. Per il resto, non è certo l’ipotesi di perdere la carica di vicesindaco che mi fa perdere il sonno e neppure la voglia di scrivere. Temo ne sentiremo delle belle”.