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Il Blog di Don Gianfranco
03.07.22 - 13:120

Stati Uniti e aborto, Don Feliciani: “La Vita è il valore supremo: in questo dovremmo essere tutti d’accordo…”

"La Corte Suprema ha annullato la sentenza che da quasi 50 anni dava copertura legale all’interruzione di gravidanza. L’America è divisa. Ma anche l’Europa"

di Don Gianfranco Feliciani

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha annullato la sentenza che da quasi 50 anni dava copertura legale all’aborto. L’America è divisa. Ma la sentenza divide anche in Europa. Saggio il commento di mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita: “Di fronte a una società occidentale che sta perdendo la passione per la vita, questo atto è un forte invito a riflettere insieme sul tema serio e urgente della generatività umana e delle condizioni che la rendono possibile. Il fatto che un grande Paese con una lunga tradizione democratica abbia cambiato la sua posizione sfida anche il mondo intero”.

Una sfida che invita tutti a riflettere sul mistero della Vita. La vita che nasce e la vita che muore: fecondazione assistita, utilizzo degli embrioni, aborto, cure palliative, accanimento terapeutico, eutanasia… Le questioni sono indubbiamente numerose e complesse. E tuttavia, mettendo l’uomo al centro del discorso, proprio là dove sembrerebbe scontata la spaccatura tra credenti e non credenti, emerge invece un’interessante convergenza di vedute. L’umano ci unisce.

Domandiamoci: il dono della vita, universalmente ritenuto come il bene supremo, può essere percepito come mistero – oltre da chi professa la fede in un Dio creatore – anche da chi si affida alla luce della pura ragione? Io ritengo proprio di sì. Non è forse la ragione stessa, con l’istinto del cuore, ad orientarci verso realtà che ci superano? Tutti ricordiamo l’espressione di Pascal: “Il cuore conosce delle ragioni che la ragione non conosce”. Sia per chi si affida al Padre dei cieli, sia per chi riconosce all’esistenza umana il suo immenso valore di dono d’amore, per tutti la vita appare come un mistero che ci trascende. E se è un dono che ci supera, allora è qualcosa di intangibile, che non è mai lecito maltrattare e manipolare. Per tutti si impone la domanda: ciò che è scientificamente fattibile è altrettanto eticamente lecito? Certo che no. Per il credente è in gioco l’essere o il non essere nelle mani di Dio, ma anche per il non credente è in gioco qualcosa di estremamente importante. Non è forse in gioco per entrambi la scoperta di uno spazio “sacro” avvertito come inviolabile?

Una comune e serena riflessione a tutto campo su questa trascendenza laico religiosa può far luce su tanti malintesi del passato, e orientarci verso l’edificazione di una civiltà più giusta e fraterna, perché più attenta e rispettosa della vera misura dell’uomo, che è quella del mistero. Amava ripetere il cardinale Carlo Maria Martini: “Io non chiedo a qualcuno se è credente o non credente, ma chiedo piuttosto se è una persona che pensa o non pensa!”.

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