*Di Don Gianfranco Feliciani
Nella notte tra venerdì e sabato, centinaia di terroristi del gruppo armato Hamas si sono infiltrati nel Sud dello Stato ebraico, massacrando con una ferocia inaudita tutti quelli che hanno trovato. Donne, uomini, bambini, per oltre 1.200 vittime. La risposta di Israele non si è fatta attendere, e la città di Gaza, dove si nascondono i miliziani di Hamas, ma dove vivono anche più di 2 milioni di palestinesi, è stata bombardata. Un migliaio di loro, per un quarto bambini, sono morti nel raid di Israele. Gaza, questa striscia di terra circondata da Israele, ora è sotto assedio: le sono stati tagliati tutti i rifornimenti di cibo, acqua, elettricità e carburante da cui dipendono le strutture vitali come gli ospedali.
La situazione potrebbe peggiorare ancora se, come più volte minacciato, i soldati israeliani entreranno a Gaza. Il Patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, ha dichiarato: “Dev’essere chiaro che quello che abbiamo visto, l’aggressione delle famiglie, il rapimento di civili, anche di bambini, quelle orribili immagini di violenza, non sono giustificabili e devono essere condannate senza se e senza ma… Va comunque richiamato anche un altro aspetto: tutti gli accordi politici, diplomatici ed economici nel Medio Oriente sono positivi, soprattutto quelli tra Israele e Paesi arabi, perché favoriscono un processo di normalizzazione che è fondamentale.
Detto questo, però, nessun accordo, di nessun genere potrà essere stabile e di lungo respiro finché non sarà affrontata in maniera seria, con dignità e nel rispetto di tutti, la questione palestinese, che resta una ferita aperta nel cuore di tutto il Medio Oriente”. Il conflitto tra israeliani e palestinesi è una ferita aperta da più di un secolo quando, in risposta alle discriminazioni degli ebrei in Europa, culminate nell’orrore della Shoah compiuta dal nazismo durante la seconda guerra mondiale, è cominciata la migrazione di tanti di loro verso la Palestina, da cui erano stati scacciati due millenni prima. Lo scontro con quanti nel frattempo si erano insediati nel territorio, comunità arabe chiamate “palestinesi”, divenne inevitabile.
L’ONU propose un piano di ripartizione del territorio e la nascita di due Stati. Ma i palestinesi, appoggiati dai Paesi arabi, rifiutarono e dichiararono guerra a Israele fin dalla sua nascita nel 1948. Da allora una serie di infiniti scontri. Israele
ha allargato il suo territorio, alla Palestina sono rimaste la Cisgiordania e la striscia di Gaza. Non potrà mai esserci PACE senza GIUSTIZIA!
*Arciprete di Chiasso