di Mauro Dell'Ambrogio
In questi due anni si è fatta evidente una nuova dimensione lungo la quale la politica si polarizza. Destra e sinistra definivano storicamente due poli di una sola dimensione, come ancora accade tra repubblicani e democratici negli Stati Uniti. In Europa invece le posizioni di politica economica si separano da quelle sui valori. Essere a destra in economia vuol dire privilegiare il mercato e l’imprenditorialità come fattori di benessere per tutti; a sinistra invece volere più Stato per l’uguaglianza delle condizioni di vita.
Ma vi sono posizioni, pure dette di destra o di sinistra, non congrue con le prime, in materia di aborto, eutanasia, matrimonio per tutti, inclusione di culture diverse. Avete presenti le due coordinate sulle quali la stampa colloca partiti e candidati in occasione delle elezioni? Ne risulta un duplice significato di liberale: nel senso di liberista, contrapposto a socialista per quanto riguarda le politiche economiche (quando invece il liberal americano è sostanzialmente un socialdemocratico); nel senso di libertario contrapposto a conservatore per le regole di convivenza.
Le politiche sanitarie sollecitate dalla pandemia hanno messo in risalto una terza dimensione ideologica, di rispetto o reticenza verso interessi e decisioni pubbliche, non riconducibile alle due sommariamente descritte sopra. La diffidenza contro quel che proviene dalla classe politica, dagli esperti, dai media, fa esplodere risentimenti e poi financo veri e propri partiti no-vax, inclusivi di ogni diversità di visione per quanto riguarda altri aspetti della politica.
A questi movimenti schiaccia l’occhio la destra nazionalista, scaturita da reazione contro la globalizzazione. Ma vi è contraddizione tra la loro matrice anarchica e l’ideale di un potere locale autorevole. Si può dare la colpa di tutto all’OMS o all’UE, ma mascherine e certificati di vaccinazione si traducono per finire in fattori di disciplina locale. Si ritrovano semmai in questa ideologia sfumature di colore verde, come quella che ben venga una selezione ad opera della natura in una terra sovrappopolata. Riecheggia il darvinismo sociale del nazionalsocialismo. Sarà interessante vedere cosa resterà nel quadro politico, tornati alla normalità. Il consueto migrare degli scontenti da un’opposizione all’altra, o un perdurante polo politico?