di Mauro Dell’Ambrogio
Per cosa saranno ricordati gli eventi di questi giorni in prospettiva storica? Tra una decina d’anni saranno probabilmente dimenticati i risultati delle elezioni in Italia. Tra un sufficiente numero di decenni anche, speriamo, la guerra in Ucraina. Nei prossimi secoli - prima o poi - è possibile che l’umanità, se non si sarà estinta prima coi suoi comportamenti, si troverà minacciata da un corpo celeste in rotta di collisione con la terra. E si ricorderà di quando, per la prima volta, siamo stati capaci di intercettarne uno, innocuo per prova, e di deviarlo.
Quando intoppi tecnici e finanziari avevano ritardato parecchio la fattibilità di un esperimento al CERN, dove si studiano le particelle elementari, uno scienziato aveva così risposto alla mia delusione: “cosa importa qualche anno prima o dopo per una scoperta che, una volta fatta, sarà per sempre?”. A differenza di tante vicende che catturano la nostra attenzione, nulla influisce sul futuro più dei progressi della scienza e della tecnologia. Cioè del sapere e del saper-fare. Ogni altro progresso umano fa due passi avanti e uno indietro, quando non tre indietro.
In verità ci sono anche dei saper-fare che scompaiono. Ad esempio come gli Egizi lavoravano la pietra con soli scalpelli di rame, o come le nostre bisnonne evitavano ogni spreco di cibo, senza frigorifero. Saper fare che costavano però tempo e fatica, e che sono stati cancellati dal più immediato effetto del nuovo: la comodità. Tante sfide per l’umanità si possono condensare nel dilemma tra utilizzo delle conquiste scientifiche e tecnologiche per la sola comodità, o per modelli di vita più sostenibili. Dilemma che ci tocca anche come individui.