di Brenno Martignoni Polti
Cento anni fa. I natali. Il 2 dicembre 1923. A New York. Unica. Maria Callas. Di stirpe ellenica. Statunitense di adozione. All’anagrafe. Sofia Cecilia Kalos. Il nome completo di battesimo. Anna Maria Cecilia Sofia Kalogeropoulou. Al suo arrivo negli USA, il padre, dapprima, semplifica il cognome, in Kalos. Poi, lo riduce, in Callas. Tra le curiosità, un possibile “lapsus memoriae” della madre, alimentò qualche incertezza sul giorno della nascita. Mai registrata. Tuttavia, nessuno ora sembra ormai più dubitare sul 2 dicembre. Maria Callas. Tra le più grandi liriche della storia. Suoi i palcoscenici di tutto il mondo. Voce inconfondibile. Vulcanica in vis drammatica. Potente risonanza dei diversi personaggi in scena. Virtuosa, già in tenerissima età. A tre anni, ascoltava arie d’opera. In casa, pianola e grammofono di mamma e papà, ne forgiavano i talenti. A quattro anni, compose le prime musiche. Si racconta di una piccola Maria, che, cantando affacciata alla finestra della sua camera, avesse addirittura fermato il traffico. Gli automobilisti essendo incantati da tanta arte. Nel 1928, piccolina, sfuggendo alla madre, gettandosi in strada, viene investita e trascinata sotto le ruote di un'automobile. Trasportata d’urgenza in ospedale, entrò in coma per più di venti giorni. L’incidente lascerà segni indelebili nello sviluppo della sua personalità. Nel 1937, il ritorno in Grecia. Nel 1947, si esibisce a Verona. Il 21 aprile 1949 sposa Giovanni Battista Meneghini. Appassionato di lirica. Maggiore di 28 anni. Nella messa in scena, nel 1953, della Medea di Cherubini, opera particolarmente difficile e poco eseguita, viene notata da Luchino Visconti. Se ne invaghisce sentimentalmente, anche se il regista non è notoriamente etero. A Venezia, nel 1957, incontra, per la prima volta, l’armatore Aristotele Onassis. Nel giugno del 1959, questi, organizza una cena in suo onore, facendole una corte sfacciata. Lei cede alle lusinghe. La relazione si rivelerà, tuttavia, ben presto a senso unico. Onassis è colpito dal suo fascino. Non è però particolarmente estimatore dell’opera. Dopo iniziale dedizione esclusiva, torna così a interessarsi anche alle altre. Per divorziare da Meneghini, nel 1966 la Callas aveva rinunciato alla cittadinanza USA, mantenendo solo quella greca. Lo fece per Onassis, nella sincera speranza di sposarlo. Invece, lui, nel 1968, la invita ad andarsene. Quello stesso anno l’armatore si unisce in matrimonio con Jacqueline Kennedy. Vedova del presidente degli Stati Uniti. Nel 1969, il 47enne regista Pier Paolo Pasolini convince la 46enne Maria Callas ad essere diretta da lui per il suo debutto da attrice, senza cantare, nel film “Medea”. Fra loro esplode un autentico connubio sentimentale. Un rapporto “sui generis”. Fatto di complicità. Lunghe ore passate insieme. Giornate al mare. Tra una ripresa e l’altra. Continueranno a frequentarsi anche dopo. In viaggio in Africa con Dacia Maraini e Alberto Moravia. Maria lo ospita persino nell’isola greca di Tragonisi. Lui le dedica espressioni poetiche di rara purezza. In quel periodo, Maria Callas si converte all’insegnamento nella famosa Juilliard School of Music di New York. Costretta a lasciare quel mandato, dopo aver rifiutato le avance del suo presidente Peter Mennin, compie un ultimo tour fra il 1973 e il 1974. Poi, il ritiro a vita pressoché solitaria. In compagnia di due domestici, soltanto. Quando, la notte del 2 novembre 1975, Pier Paolo Pasolini cadrà vittima di un giovane “ragazzo di vita”, all’Idroscalo di Ostia, Maria Callas fu trafitta nel profondo. Due anni dopo, il 16 settembre 1977, per lei, analogo destino. Viene trovata senza vita nella sua casa di Parigi. Il suo cuore, già pesantemente provato, ha ceduto ai crescenti fardelli. Per taluni, forse, suicidio e abuso di farmaci. Aveva solo 53 anni. La stessa età dell’ultimo uomo che aveva amato. Le sue ceneri furono rubate. Recuperate. E, infine, disperse nel mare Egeo, nel 1979. Un mito greco non catalogabile. Affinità ricambiate. In modalità proprie. “A parte mia madre, è l’unica donna che abbia mai amato”. Parole forti. Di Pier Paolo Pasolini. Per una Divina. Indimenticabile.