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30.04.24 - 09:130

Elvis Presley, il “Re Sole” del rock and roll  

Catalizzatore di gusti, atteggiamenti, abbigliamento, tendenze. Un mito che resiste tuttora, incontrastato, a quasi cinquant’anni dalla scomparsa

di Brenno Martignoni Polti

Martedì 16 agosto 1977. A 42 anni. Ci lasciava. Per sempre. Il re del rock and roll. Titolo incontrastato. Quasi troppo riduttivo. Era molto di più, lui. Leggendario. Globale. Stratosferico. Per le masse. Modello di cultura popolare. Catalizzatore di gusti, atteggiamenti, abbigliamento, tendenze. Un mito che resiste tuttora. A quasi cinquant’anni dalla scomparsa. Elvis Aaron Presley. Nato a Tupelo, nel Mississippi. Martedì 8 gennaio 1935. Di primissimo mattino. Alle 3:30. Modesta famiglia. Di origini scozzesi. Tra il 1953 e il 1954 registrò per la Sun records di Sam Phillips. Lo stesso Phillips ne aveva colto il talento, non ancora ventenne. Un formidabile crescendo. Il “fenomeno Elvis” divampò. Le sue movenze gli valsero il soprannome. “The pelvis”. Il bacino. Quell’ancheggiare. Irriverente. Per la società bene. Dirompente. Per gli entusiasti estimatori. Un incontro chiave. Andreas Cornelis van Kuijk. Alias Colonnello Tom Parker. Suo storico manager. Farà approdare Elvis alla RCA, facendogli lanciare nel 1956 la hit Heartbreak Hotel. Fu l’inizio di un sodalizio che durò anche dopo la morte di Presley. Sempre nel 1956, arriva la Paramount. L’entrata nel mondo del cinema. Una trentina le pellicole, invero, non troppo performanti. Per lo più prodotte da Hal Willis. Nel 1958 la chiamata alle armi. Inizia in Texas. Per ritrovarsi, finanche, in servizio in Germania. Terminata la leva, due anni dopo, Presley ripiega sulla settima arte. Forse anche perché in Inghilterra stavano sbocciando nuovi idoli. Rolling Stones. Beatles. Elvis continuò comunque a godere dell’amore incondizionato universale. Nel 1967 acquistò il ranch nel Mississippi, che poi divenne la sua lussuosa dimora. Graceland. Sposa Priscilla Beaulieu, dalla quale divorziò nel 1973. Dopo tredici anni di interruzione, la nuova svolta, il ritorno alle origini rock. La ripresa delle esibizioni dal vivo. Messe da parte le canzoni mielose dei film, recupera i panni più congeniali di Monarca assoluto. Un “Re Sole” del rock and roll. Con gli intramontabili. In the Ghetto. Suspicious mind. Don’t cry, daddy. Gli anni Settanta lo videro dedicarsi principalmente all'attività concertistica. In soli sei anni (1970-76) accatastò poco meno di mille concerti, molti dei quali registrati. I ritmi incalzanti, un uso eccessivo di droghe, stimolanti, alcool e barbiturici, la crisi depressiva dovuta alla separazione dalla moglie Priscilla, innescarono dinamiche che ne minarono il suo fisico e la sua salute. Proprio quella fitta serie di tour e la ritrovata vena artistica lo portarono a fare i conti con l’abuso di stupefacenti e di medicamenti. Il colonnello Parker, con una mossa contestata dai familiari e dall’entourage, ma con il consenso dello stesso Elvis, vendette alla RCA i diritti alle royalties sull’intero catalogo di Presley per cinque milioni di dollari. Tra il 1973 e il 1976, venne ricoverato tre volte. Nel giugno del 1977 tenne l’ultimo concerto a Indianapolis. Morì in agosto a Memphis, Tennessee, per arresto cardiaco. Il suo corpo venne sepolto a Graceland, dove ogni anno, in un incessante pellegrinaggio, i suoi ammiratori gli rendono omaggio. Ancora oggi pure la sua fastosa villa di Memphis è luogo di accorate visite. La causa ufficiale del decesso è infarto. Rimangono però ancora dubbi e non poche perplessità. Le ipotesi sul decesso sono molteplici: dallo choc anafilattico all’abuso di psicofarmaci. In alea di divinizzazione, si sono così diffuse leggende metropolitane. Prima fra tutte, quella che vuole che Presley, in realtà, non fosse morto ma avesse deciso di ritirarsi dalle scene. Troppo bello… per essere vero. Resta il suo dire. “Quando ero un ragazzo ero un sognatore. Leggevo i fumetti ed ero l’eroe di quei fumetti. Andavo al cinema ed ero l’eroe dei film. Adesso ogni mio sogno è diventato realtà un milione di volte.” Così è. Di semplicità inossidabile.

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