LUGANO – E alla fine, la Corte ha deciso che è stato assassinio. Infatti, il movente e la modalità del delitto sono stati giudicati “particolarmente perversi”. L’uxoricida di Ascona è stato condannato a 18 anni di carcere e all’espulsione dalla Svizzera.
L’uomo “ha soppresso una vita per egoismo”, ha detto il giudice Mauro Ermani. “Voleva che tornasse da lui, altrimenti l’avrebbe uccisa. Ha privato due giovani ragazze della madre”.
Il 57enne trattava poi la donna come se fosse di sua proprietà, ed è emerso in questi giorni di dibattimento: l’ha costretta ad abortire due volte e a lasciare il lavoro perché sospettava tradimenti, doveva chiedergli il permesso anche per uscire a fare la spesa. Addirittura, la minacciò con un coltello, quando pensava che avesse una storia col genero.
Lì, lei volle la separazione. E fu l’inferno, con messaggi, minacce (anche denunciati, ma finì in nulla), sino a ucciderla a colpi di pistola.
Il tentativo di suicidio? Una messa in scena, secondo la Corte, che non ha risparmiato critiche all’inchiesta, condotta dalla Polizia e lacunosa.
L’accusa chiedeva una pena di 20 anni, la difesa 14.