BELLINZONA - Un immobilismo non giustificato. Così il PLR definisce la posizione del Dipartimento del Territorio in merito alla questione del lupo e sollecita un intervento deciso, per non esasperare gli animi nè degli agricoltori nè di eventuali proteste.
"I frequenti attacchi del lupo suscitano rabbia e frustrazione nel mondo contadino ticinese, al punto che secondo l’Unione dei contadini ticinesi, chiedendo alle autorità un intervento immediato, parla di una situazione «disperata e fuori controllo». Due settimane fa un gruppo di allevatori ha addirittura scaricato davanti al Palazzo delle Orsoline le carcasse di alcune pecore,
uccise poche ore prima in Val Rovana. Questo gesto clamoroso di protesta ha riacceso le polemiche attorno a questo tema – che non solo in Ticino, ma in tutta la Svizzera, vede contrapporsi difensori e oppositori della convivenza fra uomo e lupo", si legge nella nota.
"Il PLRT è vicino alle aziende agricole e agli allevatori delle nostre valli, che hanno un ruolo essenziale nella nostra economia locale, oltre a garantire la cura del nostro territorio evitandone l’inselvatichimento".
"La recente decisione del Consiglio di Stato di non decidere desta preoccupazione, anche perché alimenta il fuoco della polemica", proseguono i liberali, che temono come "le misure prese finora sono infatti inutili – e introdurne di nuove è praticamente impossibile. È quindi lecito temere che qualcuno, cedendo all’esasperazione, possa decidere di farsi giustizia
da solo – un evento che, con le dovute proporzioni, significherebbe un fallimento dello Stato nell’assolvere ai suoi compiti".
Per questo, il PLR "chiede un intervento immediato del Consiglio di Stato, per evitare che la situazione sfugga di mano e per evitare un ulteriore inasprimento del clima – nelle valli o davanti al Palazzo delle Orsoline".
C'è preoccupazione anche per una recente lettera aperta dell’Associazione dei comuni
valmaggesi al Consiglio di Stato. "Invitando a trovare immediatamente una soluzione, le autorità valmaggesi segnalano infatti che – in seguito ai ripetuti attacchi in Valle Rovana – alcuni contadini starebbero valutando di cessare definitivamente la loro attività. Una scelta che andrebbe a detrimento di un intero settore e in definitiva del nostro ambiente e del nostro territorio, oltre che degli stessi animali, ma non solo: si tratterebbe di un esito particolarmente grave – perché assolutamente evitabile, se la politica sceglierà di scegliere – senza lasciarsi condizionare dalla cocciutaggine ideologica di pochi".