BERNA - Avete presente i messaggi in codice che si usano per segnalare un radar? Lorenzo Quadri chiede che si possa dire in modo palese, senza essere puniti, dove si trovano i controlli, dato che la maggior aprte di essi serve solo "per fare cassetta". Lo domanda in una mozione al Consiglio Federale, che riflette ancora una volta la lotta della Lega sul tema dei radar, avviata dal gruppo parlamentare anche a livello ticinese (leggi qui), nonostante in Ticino il Dipartimento interessato sia quello di Norman Gobbi.
Tornando a Berna, per Quadri "buona parte dei controlli radar, la (grande) maggioranza dei quali viene effettuato dalle polizie comunali, non risponde ad esigenze di sicurezza, ma a ragionamenti di tipo finanziario. Altrimenti detto, ha l’obiettivo di 'fare cassetta' a spese degli automobilisti. Numerose infrazioni vengono infatti comminate di notte a strade deserte, e riguardano eccessi di velocità di pochi km/h". Non hanno dunque un vero obiettivo di prevenzione: cambierebbe tutto se potessero essere segnalati.
Da qui la richiesta di non penalizzare chi li segnala. Adesso anche la condivisione all'interno di gruppi social (si pensi anche a WhatsApp o Telegram, per esempio) è punibile con una multa, che può essere anche elevata. "Articoli di stampa riferiscono di sanzioni di 850 franchi. Anche una segnalazione all’interno di gruppi social chiusi può però essere considerata pubblica, in particolare se il gruppo ha oltre 30 iscritti; a stabilire il confine tra segnalazione privata e pubblica è la giurisprudenza. Questa situazione causa incertezze. Inoltre, le sanzioni sono sproporzionate", precisa il leghista.
La sua teoria è chiara, per avere un effetto preventivo il controllo deve essere segnalato. "I controlli di velocità, per avere uno scopo preventivo, devono essere segnalati. In caso contrario, invece di prevenire un’infrazione, e quindi una situazione di pericolo, essi si limitano a sanzionarla a posteriori, quando la situazione di (presunto) pericolo si è già verificata (...). Se si vuole che i controlli radar abbiano davvero effetto preventivo - ovvero che servano effettivamente a prevenire un eccesso di velocità su una tratta reputata pericolosa - è corretto che vengano segnalati. Di conseguenza, la penalizzazione di chi avverte tramite gruppi social della presenza di controlli radar non si giustifica e va abolita".
Fa notare, nel suo testo, come "l’aumento del costo della vita e l’esplosione incontrollata dei premi di cassa malati incidono in modo pesante sul reddito dei cittadini del ceto medio e basso. In queste circostanze, anche un paio di multe di poche decine di franchi possono fare la differenza. Insistere con i radar trabocchetto per “fare cassetta” non aumenta la sicurezza stradale. Fa unicamente stato di una volontà persecutoria ai danni degli automobilisti, mirata a penalizzare la mobilità individuale, malgrado essa sia un diritto costituzionale dei cittadini".