BERNA - Non ci saranno risarcimenti per i ticinesi confrontati con una diminuzione delle corse verso e per il proprio cantone dalla Svizzera Interna. La deputazione ticinese alle Camere questa mattina ha incontrato i vertici delle FFS, rappresentati dal CEO Vincent Ducrot, per fare il punto della situazione, senza però ottenere risposte diverse da quelle che già si conoscevano e uscendone con un senso di delusione.
Secondo le ferrovie, non è possibile concedere indennizzi per ogni interruzione di servizio, anche se quanto sta succedendo in questi mesi, dopo il deragliamento di agosto, è senza dubbio differente dai soliti guasti. Non c'è la base legale per farlo. Le FFS minimizzano gli effetti della chiusura della galleria, affermando che non vi è una diminuzione di un terzo del traffico, dettaglio di cui sono certi invece i deputati, che vedono le problematiche connesse alla maggior difficoltà di collegamento tra Sud e Nord.
In ogni caso, da Pasqua in poi ci sarà un incremento del numero di corse. Fino a lì, invece, non ci saranno modifiche, dunque nessun treno previsto al lunedì mattina o al venerdì sera, soluzioni richieste da studenti e lavoratori che si spostano tra il Ticino e il resto del Paese. Date le prescrizioni di sicurezza, i treni viaggiatori possono circolare solo quando il cantiere è fermo, visto che le FFS devono poter evacuare, in caso di problemi, 1'300 persone in un'ora e mezza. E prevedere degli stop per far passare dei convogli causerebbe un ulteriore ritardo nella messa in servizio completa del tunnel.
I ticinesi Storni e Quadri sono membri della Commissione dei trasporti del Nazionale, per cui quanto è stato detto non è per loro nuovo. Il CEO di FFS incontrerà ancora i deputati il 27 febbraio, un incontro che però era previsto già da prima dell'incidente di agosto.